Mentre l'America è ancora in piena emergenza per scontri e saccheggi e per l'epidemia di coronavirus, a Minneapolis il movimento Defund the police, inizialmente solo una costola del 'Black Lives Matter (Blm), potrebbe diventare realtà grazie al supporto del presidente del consiglio comunale di Minneapolis, Lisa Bender. L'iniziativa prevede il taglio dei fondi ai dipartimenti di polizia per reindirizzarli verso chi agisce sul territorio sul piano del disagio sociale, della criminalità, sicurezza e prevenzione. L'iniziativa ha spaccato l'opinione pubblica in due, tra chi ritiene giusto riutilizzare questi fondi per quella parte della popolazione più svantaggiata e chi ritiene irresponsabile in questo momento storico, caratterizzato da crisi sociali e sanitarie, mettere in atto un procedimento che rischia di intaccare la stabilità e la sicurezza delle strade.
L'iniziativa e i suoi sostenitori politici
Tra i vari sostenitori vi è il sindaco di New York, Bill de Blasio, che domenica, 7 giugno, ha promesso di tagliare una parte dei fondi destinati al New York Police Department per destinarli ai servizi per i giovani e ai servizi sociali. Dall'altra parte del paese, il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, si è dichiarato disposto a tagliare fino a 150 milioni di dollari per reinvestirli in altro modo, appoggiando anch'egli l'idea del movimento. Quando interpellato, il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, si è trovato d'accordo solamente in parte con l'idea del movimento, per quanto ritenga corretto il riutilizzo dei fondi destinati alla polizia non si sente disposto a smantellare del tutto il distretto e per questo è stato immediatamente allontanato dal corteo a cui stava partecipando.
Corteo in cui si trovava la stessa Bender e le cui dichiarazioni non lasciano dubbi sulla sua risolutezza: "È chiaro che il nostro sistema di polizia non tiene le nostre comunità al sicuro, il nostro apporto a un cambiamento allo stato delle cose ha fallito".
I detrattori del movimento e le perplessità riguardanti la sicurezza
Molte sono anche le personalità e gli enti che si sono sentiti alquanto dubbiosi riguardo il togliere fondi alle forze dell'ordine, tra questi il sindacato di polizia di Los Angeles, che ritiene irresponsabile sostenere un'iniziativa come il Defund the police, rischiando di assistere a un'impennata della criminalità nelle città e una risposta alle chiamate di emergenza al 911 esponenzialmente più lente, rendendo i crimini stessi decisamente più difficili da perseguire.
Per Alex S. Vitale, professore di psicologia al Brooklyn College, "Questa potrebbe essere la fine dello stato di polizia negli Stati Uniti" e, a quanto dichiara, "è un mito quello della neutralità della polizia, che si è sempre rivelata la stessa e ha sempre agito nello stesso modo fin dall'epoca dello schiavismo. Adesso combattono un'iniquità generata dal sistema stesso, sistema di cui fanno parte". Questo è dimostrato dal massiccio utilizzo delle forze dell'ordine, non solo in questo periodo ma ogni qual volta si creino delle situazioni di degrado sociale e necessità economica.
Obiettivo finale del Defund the police è, quindi, quello di riutilizzare questi fondi per aiutare quelle persone che, altrimenti, avrebbero avuto a che fare con degli agenti di polizia, permettere a chi ne ha realmente bisogno di interagire con persone capaci di comprendere i loro bisogni e necessità. In definitiva, si tratta di reinvestire, ma soprattutto, capire su cosa si stia investendo in questo momento, cercando di riportare il benessere del cittadino in cima alla lista delle priorità.