"Libere di scegliere" e "La RU486 garantita": questi sono stati alcuni dei messaggi lanciati in occasione della manifestazione che si è svolta ieri pomeriggio, in Piazza IV Novembre a Perugia, contro la decisione della Giunta regionale di modificare la delibera (del 2018) sull'aborto farmacologico. A seguito della modifica apportata dalla Giunta Tesei saranno necessari tre giorni di degenza in ospedale e non sarà più applicabile il solo day hospital. Questa variazione rientra nella nuova delibera, approvata nei giorni scorsi, che stabilisce le "linee di indirizzo per le attività sanitarie" nella cosiddetta fase 3.

La manifestazione in Piazza IV Novembre

In molte, da tutta la regione e Italia, si sono ritrovate in centro a Perugia, nonostante la pioggia, per una manifestazione promossa dalla Rete umbra per l'autodeterminazione (Ru2020). Hanno preso parte all’evento (iniziato alle ore 17:30) anche svariate associazioni femministe dell'Umbria, tutte unite per richiedere piena libertà di scelta sulle tematiche riproduttive. Quello di ieri, stando a quanto annunciato, rappresenta il primo atto di una mobilitazione più ampia di respiro nazionale. Tutti i partecipanti alla manifestazione – sulla base di quanto indicato in precedenza dalle organizzatrici – hanno sfoggiato un particolare di colore rosso e anche un elemento floreale decorativo.

La manifestazione si è svolta secondo quanto previsto dalla normativa anti-Covid. Infatti, ai presenti è stato chiesto, più volte, di allargare le braccia per verificare le condizioni di distanziamento sociale e di indossare i dispositivi di protezione individuale.

La Rete umbra per l’autodeterminazione (Ru2020)

Alla Rete Ru2020 – nata dalla convergenza del variegato mondo delle associazioni per i diritti delle donne – hanno confermato la loro adesione molte associazioni a livello nazionale.

L’intento delle organizzatrici, infatti, è stato quello di lanciare una "mobilitazione nazionale", non solamente per chiedere la concreta applicazione della legge 194/78, ma di far emergere "il tema della contraccezione".

La somministrazione della pillola RU486 a livello nazionale

Il ricorso al metodo farmacologico - che non richiede un intervento chirurgico – in Italia è pari al 20,8% dei casi, e c’è una certa differenziazione tra le Regioni.

Pertanto, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha espresso la sua volontà di adeguare le linee guida, così da agevolare l'interruzione di gravidanza attraverso la pillola RU486. Questo provvedimento potrebbe essere, inoltre, uno strumento utile per contrastare il fenomeno degli interventi clandestini (circa 10mila l’anno).