Botta e risposta a di Dimartedì tra Luigi Di Maio e il giornalista Pietro Senaldi. Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del M5S è tra gli ospiti principali della prima puntata stagionale del talk show condotto da Giovanni Floris su La7.

Di Maio, durante la sua lunga intervista, tocca i temi più scottanti dell’attualità Politica. Difende l’operato del governo Conte durante l’emergenza coronavirus, tesse le lodi di Mario Draghi, spiega le motivazioni del suo Sì al referendum sul taglio dei parlamentari e prova a tracciare il futuro dei pentastellati.

Senaldi, anche lui in studio a Dimartedì, lo attacca. A suo parere, infatti, non sarebbe “l’uomo giusto per un dialogo tra M5S e Pd”.

L'intervista di Di Maio a di Dimartedì

“Siamo il primo Paese per i fondi ricevuti con il recovery fund. La nostra squadra funziona e si è visto nella gestione della pandemia e nell’organizzazione che ha permesso agli italiani di vivere l'estate al meglio”, dichiara Luigi Di Maio in apertura dell’intervista a Dimartedì. Insomma, il ministro degli Esteri difende l’azione del governo di cui fa parte. Parlando del M5S, invece, Di Maio si dice convinto che “il Movimento deve gestire al meglio i territori, io sto pensando a fare il ministro e non il leader politico. Il progetto in futuro deve evolversi, importante è l'appuntamento delle comunali del prossimo anno”.

Il ministro degli Esteri tesse le lodi di Draghi

Poi, il discorso vira sulla figura dell’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi.

“È una risorsa del Paese in un momento in cui servono tutte le risorse per affrontare la crisi. La sua personalità può convivere con Conte”, afferma senza mezzi termini Di Maio di fronte alle telecamere di Dimartedì. Per quanto riguarda il referendum sul taglio dei parlamentari in programma il 20 e 21 settembre, invece, l’ex leader pentastellato è convinto che “dobbiamo portare l'Italia ai livelli europei del numero dei parlamentari.

Il referendum nasce dalla paura di chi non vuole perdere il proprio posto, non diamogliela vinta e votiamo Si".

Lo scontro con Senaldi a Dimartedì

Subito dopo entra sulla scena di Dimartedì Pietro Senaldi. “Io non credo che lei sarebbe l’uomo giusto per un dialogo tra M5S e Pd - punta il dito contro Di Maio - perché lei governava anche molto bene con la Lega, con la quale dialogava. Era nei 5 Stelle uno dei ministri più vicini alle posizioni sull’immigrazione della Lega, o comunque uno di quelli meno ostili.

Allora, non è che lei sta facendo tutto questo lavoro per Conte? Il quale non sembra parecchio intenzionato, finita l’esperienza, a tornare a casa. E lei gli offre questo partito che siccome non se lo piglia nessuno, se lo piglia lei”.

Di Maio replica sottolineando di non avere “nessun problema a dirle che non rinnego i risultati raggiunti nel precedente governo. Tra la legge anticorruzione, quota 100, reddito di cittadinanza, i rimborsi ai truffati dalle banche e altri temi.

Come in questo governo io mi permetto di fare una proposta. Non sono neanche capo politico del M5S, faccio una proposta di visione da qui al prossimo anno. In ottica di elezioni Comunali in cui i Comuni salvano la vita alle persone, perché danno i servizi. E vorrei che quei Comuni possano avere un ottimo sindaco”.