Pietro Senaldi è stato ospite della trasmissione L'aria che tira. Nel corso di un dialogo con la conduttrice Myrta Merlino ha avuto modo di spiegare il proprio punto di vista ai telespettatori di La 7 sui prossimi scenari politici. In particolare si è soffermato su quelli che potrebbero essere gli effetti del voto alle prossime elezioni regionali. Lo ha fatto evidenziando come, a suo avviso, difficilmente potranno essere i risultati delle prossime urne a scardinare la posizione dell'attuale esecutivo presieduto da Giuseppe Conte.
L'aria che tira: appuntamento con le regionali
Giuseppe Conte e il suo governo sono attesi da appuntamenti particolarmente impegnativi. Uno è la riapertura delle scuole, l'altro le imminenti elezioni regionali. Esiste il rischio che una prestazione negativa nelle Regioni chiamate al voto possa minare le certezze della maggioranza. Al punto che qualcuno ipotizza che una performance deficitaria possa persino condurre ad una crisi di governo. Non è di questo avviso Pietro Senaldi. "Il voto regionale - puntualizza - è importante. Ma è sempre lo stesso. Il centrodestra dal 2018, quante regionali ha vinto? Non lo so neanche".
Pietro Senaldi spiega le differenze tra Mattarella e Napolitano
Pietro Senaldi ironizza: "Quando vince il centrodestra è un voto locale, se per caso il centrosinistra, non è che vinca, ma non va male è il segno di fiducia nei confronti della maggioranza giallorossa".
A suo avviso ciò che potrebbe rendere meno salda la posizione dell'esecutivo dovrebbe essere un input proveniente da altre circostanze. "Penso - ha spiegato - che per far cadere questo governo ci voglia qualcosa di più di un voto regionale. Mi spiego: se ci fosse stato Napolitano al Quirinale probabilmente qualcosa si sarebbe visto.
Perché poi i governi cadono in questa maniera. Ci vuole una serie di relazioni".
Incalzato dalla conduttrice Myrta Merlino, sulle differenze tra il precedente capo dello Stato e Sergio Mattarella, di quest'ultimo dice: "Mi sembra meno interventista". Ricorda, inoltre, come giusto nei giorni scorsi il premier abbia aperto alla possibilità che l'attuale presidente della Repubblica possa essere l'uomo giusto per un secondo mandato.
"Non si sa - prosegue Senaldi - come Conte glielo può garantire, non contando neanche di un parlamentare". Senaldi poi aggiunge: "Vorrei ricordare che Conte non è mai stato eletto. Non ha un partito di riferimento. È un po' come Totò che vende la Fontana di Trevi". La carica di capo del Governo non è elettiva in Italia ma viene assegnata dal presidente della Repubblica.