Nicola Porro punta il dito contro Gabriele Muccino e Mattia Santori. La colpa del regista e del fondatore del movimento delle Sardine, secondo il giornalista, sarebbe quella di non aver offerto la propria solidarietà al leader della Lega Matteo Salvini dopo l'aggressione subita a Pontassieve da una giovane donna originaria del Congo. Muccino e Santori, aggiunge il conduttore di Quarta Repubblica, si sarebbero macchiati anche della responsabilità di aver accusato l'ex ministro dell'Interno di fomentare l'odio e, in pratica, di essersela andata a cercare.
Lo sfogo di Nicola Porro contro Muccino e Santori
Durante la sua rassegna stampa di venerdì 11 settembre, Nicola Porro se la prende prima con Dacia Maraini. La scrittrice viene presa di mira dal giornalista perché, facendo riferimento al caso dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte, parla di "mentalità fascista dei superuomini". Insomma, polemizza Porro, se gli intellettuali come ad esempio Rula Jebreal vogliono sostenere che quella violenza sia colpa di Salvini e Meloni, possono anche continuare a farlo.
L'attacco di Porro a Gabriele Muccino
Restando in tema "leader della Lega", il conduttore del talk show di Rete 4 Quarta Repubblica cita i commenti di alcuni quotidiani che lo descrivono più calmo ultimamente, "che accetta meno le provocazioni", anche dopo la recente aggressione subita a Pontassieve.
Ma la "questione pazzesca" secondo Porro è che per persone come il regista Gabriele Muccino e gli attivisti delle Sardine "l'odio diventa chic". Il giornalista paragona l'uscita di Muccino, che non ha voluto offrire alcuna solidarietà a Salvini, allo "scivolone" della influencer Chiara Ferragni sulla presunta matrice fascista del pestaggio di Colleferro.
Lo scopo è quello di attaccare il regista che in un tweet ha affermato: "Nessuna solidarietà. Non esageriamo adesso. Non siamo tutti buoni e uguali. Ci sono delle differenze di comportamento che hanno delle conseguenze. Anche comprensibili".
'Mattia Santori, uno che nella vita ha fatto zero'
Ma anche il leader delle Sardine Mattia Santori, bollato come "uno che nella vita ha fatto zero", viene criticato aspramente per aver definito un "provocatore" il leader del Carroccio.
"Mi sembrano due bei ca…, bulli di sinistra e protetti dalla stampa", Porro cita i colleghi di Libero. Per concludere il suo ragionamento, Nicola Porro invita ad immaginare cosa sarebbe accaduto se, ad essere aggredito al posto di Salvini, fosse stato il segretario del Pd Nicola Zingaretti, o un altro esponente di sinistra "da un facinoroso di destra". Ma per l'ex ministro dell'Interno, chiosa, vale ancora la vecchia regola degli anni '70 che "uccidere un fascista non è reato".