Andrea Crisanti dice la sua sulla riapertura della Scuola. Alcune regole imposte dal governo a studenti e personale scolastico non convincono affatto il professore di microbiologia dell'Università di Padova. Ospite della trasmissione di approfondimento "Buongiorno", in onda su Sky Tg24 nella mattinata di giovedì 3 settembre, Crisanti non usa mezzi termini per bocciare la decisione di permettere agli studenti di togliersi la mascherina quando sono seduti al loro banco. Un grave errore secondo il medico.

Andrea Crisanti intervistato da Sky

Durante una delle sue numerose apparizioni televisive, stavolta su Sky, Andrea Crisanti espone la sua opinione sulle regole che dovrebbero accompagnare la riapertura delle scuole, prevista in quasi tutte le regioni per il 14 settembre prossimo.

Il medico considera un errore permettere agli studenti di non indossare la mascherina quando siedono nei banchi. Le mascherine, afferma, "servono e funzionano". Se fosse possibile riuscire a tenere in silenzio per ore tutti gli studenti, questa la sua provocazione, allora avrebbe senso permettere ai ragazzi di toglierle. "Ma non ce la vedo una classe che sta in silenzio per ore", chiosa.

'Quando si parla si emette droplet'

Andrea Crisanti fa notare che, nel momento in cui le persone parlano, "si emette droplet", ovvero le tanto temute goccioline di saliva che possono contagiare il proprio interlocutore se non si mantengono le giuste distanze. Insomma, gli studenti dovrebbero rimettersi la mascherina su naso e bocca ogni volta che parlano.

Tanto per essere chiari, precisa Crisanti, "le mascherine andrebbero indossate anche seduti al banco, specialmente se si inizia una conversazione".

Crisanti critica il governo

Ma le critiche di Andrea Crisanti all'azione di governo sulla scuola non finiscono qui. "Probabilmente non hanno ancora raggiunto la capacità di fornire 15 milioni di mascherine al giorno", questo il suo sospetto sulla capacità del governo di garantire a tutti i dispositivi di protezione.

Per quanto riguarda il numero dei tamponi eseguiti quotidianamente, invece, "quelli che facciamo adesso ci bastano appena per controllare la situazione", mentre ne servirebbero almeno 3-400mila. Con la riapertura delle scuole, ad esempio, quando otto milioni di studenti inizieranno a frequentare gli istituti scolastici, se una sola persona risultasse positiva al Coronavirus, si genererebbe la "necessità di fare 100 o 150 tamponi" a tutti i suoi contatti stretti (compagni di classe, professori, bidelli, genitori). Crisanti conclude poi il suo intervento affermando di non credere che il vaccino arriverà entro la fine dell'anno.