Roberto Calderoli, in un'intervista a La Verità, si è espresso su alcuni dettagli che riguardano i Dpcm scelti da Conte per disporre le norme anti-contagio da Coronavirus ed in particolare l'ultimo. Sotto la lente d'ingrandimento del vicepresidente del Senato e senatore della Lega finiscono diversi punti. Dalla scelta di comprimere le libertà, a tempi di valenza allungati fino cinquanta giorni. Circostanze che spingono il leghista ad annunciare l'intenzione di portare la questione alla Consulta. Idea che viene sottolineata in maniera ancora più chiara nel momento in cui Roberto Calderoli manifesta le sue perplessità relativamente a tempi e modi con cui vengono pubblicati i verbali del Comitato Tecnico Scientifico, uno dei presupposti da cui scaturiscono le disposizioni dei Dpcm.

Nuovo Dpcm: allungamento della valenza sotto la lente di Calderoli

Alla base delle scelte del governo di imporre misure stringenti c'è la dichiarata necessità di arginare la diffusione del contagio. Da un punto di vista tecnico il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scelto, ormai da tempo, di utilizzare i Dpcm per normare i comportamenti a cui devono sottostare i cittadini per non incorrerei in sanzioni. L'idea che, però, si possano limitare "libertà costituzionali" con un "atto amministrativo" (così la definisce Calderoli) non è condivisa dal leghista. Etichetta il modus operandi come un "qualcosa di totalmente incostituzionale". "Cercheremo - ha evidenziato - di portare la questione alla Consulta".

"Ha allungato - ha proseguito - da 30 a 50 giorni gli effetti del decreto. Significa che ci aspetta una sfilza di Dpcm che dureranno 50 giorni?".

Calderoli parla dei tempi d'uscita dei verbali del Cts

Roberto Calderoli ha, inoltre, annunciato ciò che ha definito "una battaglia per la trasparenza" che stanno portando avanti dalla Lega.

Il riferimento va ai verbali del Cts. "Quando va bene - ha specificato il vicepresidente del Senato - vengono resi disponibili dopo 45 giorni e nemmeno tutti". "Io - ha precisato - voglio capire sulla base di che dati e pareri vengono prese certe decisioni. E se non rispondono garantisco che anche su questo li portiamo come Lega in Corte Costituzionale".

"A parte - ha chiosato - che tutte le carte non vengono diffuse". Tuttavia, alla base della presa di posizione dell'esponente del Carroccio è il fatto che, a suo dire, i verbali siano di fatto resi pubblici dopo 45 giorni , generando una cronologia temporale che fa si che gli atti diventino di dominio collettivo nel momento in cui il Dpcm varato su quegli elementi sia già scaduto.