Quattro europarlamentari del Movimento 5 Stelle (M5S) hanno abbandonato formalmente la delegazione pentastellata al Parlamento europeo, si tratta di: Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi.

Fra i motivi che hanno contribuito a questa decisione sarebbe stata la posizione recentemente assunta dal M5S sul cosiddetto Fondo Salva-Stati, il MES.

La lettera d’addio di Corrao

Nelle scorse ore, Ignazio Corrao ha pubblicato sul proprio profilo di Facebook una lunga lettera, dall’inequivocabile titolo “Quando una storia finisce”, per spiegare le ragioni che lo hanno portato ad abbandonare il gruppo pentastellato al Parlamento Europeo, assieme ai suoi colleghi Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi.

Nella lettera, Corrao ripercorre la propria storia con il M5S, una “intensa storia d’amore” iniziata nel 2005 quando lo stesso Corrao aveva appena 21 anni e costretta ora a interrompersi perché “chi gestisce il M5S sta violando tutte le regole e tutti i programmi”, dopo quelle che egli definisce "giravolte".

Non si è fatto attendere il commento di Alessandro Di Battista, che ha risposto al post di Facebook di Corrao esprimendo il proprio dispiacere per questa scelta, che considera un errore, e augurando buona fortuna al collega.

La posizione del M5S sul MES

La goccia che ha fatto traboccare il vaso per i quattro dissidenti è stato il recente cambio di rotta del Movimento sulla questione del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, che consente agli Stati che lo sottoscrivono di accedere a un’assistenza finanziaria vincolata però da regole molto strette.

Il Movimento si era impegnato a smantellare il MES in tutti i propri programmi elettorali, fin dal 2013, e lo ha sempre considerato uno strumento di austerity che priva i cittadini della sovranità popolare, ma sono sorte nuove discussioni in seguito alla pandemia di Covid-19 e alla proposta dell'Unione Europea di creare una linea di credito, con tasso di poco superiore allo 0,1% annuo, da destinare alla copertura dei costi legati all'emergenza sanitaria.

L'unità del Movimento è stata messa in crisi per tutta l'estate da questo cambio di prospettiva. In ultimo, il M5S ha deciso che il MES verrà avallato ma non attivato, decisione che Corrao considera una vera e propria “presa in giro” e un’offesa a chiunque sia in grado di ragionare, oltre che un tradimento dell’impegno preso con i cittadini.

Bonafede: il Governo rimane stabile

Secondo Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S, non ci sono rischi per la tenuta dell’attuale Governo.

Ai microfoni di Radio 24, infatti, il ministro ha evidenziato come la lettera scritta da 16 senatori e 42 deputati contro la riforma del MES precisi che non ci saranno problemi nella maggioranza parlamentare.