Strategia di contenimento del Coronavirus significa anche restrizioni. Quelle che, per intendersi, pesano sensibilmente sulla quotidianità ed impattano negativamente sull'economia italiana e non solo. Il prezzo da pagare è alto, ma è noto che lo si debba pagare per preservare la salute pubblica. Tuttavia, diventa lecito iniziare a chiedersi quando si potrà immaginare di poter tornare a vivere la quotidianità in maniera diversa.

L'ultimo Dpcm sarà in vigore fino al prossimo 5 marzo e, per quei territori con situazione epidemiologica favorevole, prevede le zone bianche.

A individuare una possibile scadenza per questo ritorno alla normalità è Agostino Miozzo. Il coordinatore del Comtitato Tecnico Scientifico, ha precisato come per iniziare a respirare in maniera significativa bisognerà aspettare la fine della primavera.

Coronavirus, Miozzo spiega cosa attenddersi

Ai microfoni di Radio 2 e della trasmissione I lunatici si è inizialmente soffermato sugli ultimi dati. "La curva - ha precisato - apparentemente sembra essersi arrestata. Sembra scendere, però potrebbe essere la ragione delle operazioni fatte durante quest'inverno. Cioè le restrizioni pesanti e dure che abbiamo imposto agli italiani. Probabilmente questo è l'effetto di queste restrizioni che come è ben noto si dimostrano avvenire nei dati due o tre settimane dopo".

"A Capodanno - ha proseguito - non siamo usciti, abbiamo fatto un Natale sobrio. I risultati di questa sobrietà e di questo isolamento li abbiamo adesso. Questa situazione non ci deve lasciare troppo tranquilli. Ci auguriamo di poter controllare questa curva, ma le variabili sono molti e la possibilità che la curva riparta è molto importante e significativa.

Regole Covid, in estate la situazione potrebbe essere meno stringente

Quanto si potrà tornare a respirare? Alla domanda Miozzo ha risposto in maniera chiara: "Io penso che se la campagna vaccinale funzionerà come auspichiamo debba funzionare, noi verso la primavera cominceremo a vedere i risultati".

Ed è lui stesso a spiegare il motivo di questa previsione.

"Se mettiamo - ha evidenziato - in sicurezza gli anziani sopra gli ottanta, le persone dai sessanta in su, coloro che lavorano nel mondo della scuola e nel mondo dei servizi legati alla sicurezza, più esposti rispetto agli altri, io sono convinto che verso la fine della primavera e prima estate possiamo tentare di cominciare a respirare".

Un messaggio che, però, non deve corrispondere all'idea che si vada verso l'agognato "liberi tutti". "Dovremo mantenere - ha evidenziato Miozzo - le rigorose osservazioni di quei criteri di protezione. La mascherina ancora per un po' dobbiamo tenerla addosso. Io sono convinto che potremo arrivare ad un'estate quasi normali se tutte queste variabili saranno controllabili".