Mario Monti è ancora indeciso se votare o no la fiducia al governo Conte martedì prossimo in Senato. Il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio, prima di sciogliere gli ultimi nodi, decide di scrivere un lungo articolo sul Corriere della Sera. Lo scopo è quello di dettare le sue condizioni a Giuseppe Conte per ottenere il suo voto favorevole e, probabilmente, decisivo, per le sorti di Palazzo Chigi. La richiesta più discutibile avanzata da Monti è quella che riguarda la fine dei ristori alle attività economiche, pagati a debito con soldi pubblici, favorendo invece la chiusura di quelle imprese destinate comunque al fallimento.

‘Le condizioni per la fiducia al governo’ di Mario Monti

“Le condizioni per la fiducia al governo”, si intitola così il fondo di Mario Monti, pubblicato dal quotidiano milanese nella serata del 16 gennaio. Secondo il senatore a vita, il nostro Paese è “in guerra” a causa della pandemia di coronavirus e, nonostante abbia degli alleati nella Ue, ci attende un “dopoguerra molto difficile”. La debolezza dell’Italia risulta comunque “cronica”, ma è in queste condizioni che, sottolinea Monti, la maggioranza che sostiene il governo Conte si è sfaldata, con il parlamento frequentato da moltissimi trasformisti che, però, vengono identificati come “responsabili” o addirittura “costruttori”. Monti cerca di interpretare allora il pensiero dei nostri partner europei che sarebbero tornati a considerare l’Italia un Paese poco "affidabile".

Monti: ‘Italia non è Paese normale’

Insomma, il nostro non sarebbe un Paese “normale”, scrive Monti. Il suo riferimento è ai miliardi del Recovery Fund destinati dall’Ue all’Italia, dei quali noi non sapremmo bene cosa farcene a suo dire. Monti si chiede cosa sarebbe accaduto se la crisi che sta colpendo l’Italia, e non solo, si fosse verificata qualche anno fa, quando i rubinetti ella Bce erano ancora chiusi, mentre ora sono state introdotte “politiche monetarie ultra-accomodanti”.

La crisi di governo forse non si sarebbe neanche aperta, o si sarebbe chiusa in pochi giorni a causa del boom verso l'alto dello spread.

Il senatore a vita chiede la fine dei ristori

A preoccupare in modo particolare Monti è l’aumento incontrollato del nostro debito pubblico. Lui si attende spiegazioni dal governo su questo punto.

La sua idea, destinata a far discutere, è che sia fondamentale porsi urgentemente la questione "di quanto abbia senso continuare a ‘ristorare’ con debito le perdite subite a causa del lockdown, quando per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura". In questo modo, le risorse potrebbero essere destinate ad attività con possibilità di sviluppo, non più a quelle che inevitabilmente chiuderanno lo stesso. Per concedere la sua fiducia a Conte, il senatore a vita chiede inoltre una riforma fiscale che comprenda anche una imposta sul patrimonio, una sugli immobili e anche una tassa di successione.