Donald Trump bannato a tempo indeterminato da Twitter, Facebook e Instagram. La decisione dei più importanti e diffusi social network di bloccare il profilo del presidente uscente degli Usa, viene motivata con il rischio che Trump con i suoi messaggi possa incitare alla violenza i suoi numerosi supporter. La temporanea occupazione del Congresso a Washington e le violenze che ne sono seguite, hanno convinto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e i vertici di Twitter, a prendere questa netta posizione contro il tycoon.

La reazione di Trump e i commenti italiani

Da parte sua, Trump reagisce parlando di censura nei suoi confronti e promettendo ai suoi elettori che non verranno messi a “tacere”. In Italia, a commentare negativamente la cacciata di Trump dai social ci pensano il filosofo Massimo Cacciari, Vittorio Sgarbi e il giornalista Federico Rampini. Quest’ultimo, pur non risparmiando critiche al protagonista della vicenda, avverte sul rischio che Trump possa trasformarsi “da golpista a perseguitato”.

Rampini sul caso Trump: ‘È un golpista o un perseguitato?’

Come detto, anche Federico Rampini, residente negli Usa, divenuto cittadino americano, ma rimasto corrispondente del quotidiano Repubblica, non giudica positivamente la cacciata dai social network di Donald Trump.

L’ultima guerra di Trump contro Twitter e i poteri forti di Big Tech, da golpista a perseguitato?”, cinguetta Rampini ponendosi una domanda scomoda. “Altro che pentirsi per il 6 gennaio - prosegue - il presidente denuncia la censura, si proclama vittima di una persecuzione che ‘zittisce 75 milioni di elettori’”, conclude il suo messaggio citando le parole del presidente Usa.

Rampini: ‘Attenzione ad abbracciare decisione di Twitter e Facebook

E ancora, “se Nancy Pelosi temeva un attacco nucleare - twitta ancora rivolto alla presidente Dem della Camera - Trump sceglie un altro tipo di bombardamento tutto virtuale, teso a consolidare la leggenda dell’outsider che rappresenta il popolo contro i poteri forti dei social media”.

Per chiarire meglio il suo pensiero, Rampini pubblica altri messaggi al fine di avvertire tutti di fare “attenzione ad abbracciare senza riserve la decisione di Twitter, Facebook e Instagram di censurare Trump”, considerato che, “oltre che molto tardiva”, sarebbe “problematica nel Paese del Primo Emendamento” che riguarda la libertà di espressione. Per concludere, il giornalista fa notare che, a suo avviso, “l’establishment si sta effettivamente compattando contro Trump in particolar modo in economia”, visto che “fioccano i licenziamenti di dipendenti individuati dalle aziende nei video dell’assalto al Congresso”.