Lunedì 24 gennaio, nel pomeriggio, si riunirà il Parlamento in seduta comune a Montecitorio per eleggere il nuovo presidente della Repubblica italiana, il tredicesimo della storia repubblicana.

L’elezione del presidente della Repubblica, come stabilito dall’art. 83 della costituzione, viene eletto dai cosiddetti “grandi elettori”. Questi in totale sono 1009: 630 deputati, 321 senatori (315 più 6 senatori a vita) e 58 delegati regionali (tre per ogni regione a eccezione della Valle d’Aosta che ne ha solo 1). La votazione è segreta e, per i primi tre scrutini, serve raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi, ovvero 673 voti.

Dal quarto basta la maggioranza assoluta, ovvero 505 voti. È bene ricordare che queste soglie non variano in base al numero dei votanti effettivi. Quest’anno, a causa della pandemia, si terrà un solo scrutinio al giorno, per garantire il corretto distanziamento all’interno dell’aula. Di conseguenza esiste una concreta possibilità che le votazioni si possano protrarre anche nei giorni successivi, fino all'elezione.

Vediamo ora quali sono i possibili scenari e quali ripercussioni ci potrebbero essere sulla stabilità del governo.

L'ipotesi Mario Draghi

L’attuale presidente del consiglio Mario Draghi non si è mai espresso esplicitamente su una sua eventuale candidatura alla presidenza della Repubblica.

Tuttavia, durante la conferenza stampa di fine anno, dopo l’ennesima domanda sul suo futuro politico, Draghi si è definito un “nonno al servizio delle istituzioni”, lasciando di fatto intendere l’eventuale disponibilità. Ad oggi Draghi è uno dei candidati principali per ricoprire la carica, se non il principale. Si può dire che in questo momento Draghi si trova contemporaneamente a essere il candidato numero uno per la corsa al Colle, ma allo stesso tempo senza avere una certezza su quali voti avrebbe sostegno.

Il principale ostacolo riguarda proprio la formazione di un nuovo governo nel caso di un suo trasloco al Quirinale.

La scadenza naturale di questa legislatura è marzo 2023. Questo significa che il nuovo governo dovrebbe durare ancora oltre un anno e garantire continuità con il precedente nell’esecuzione delle politiche relative al PNRR.

Silvio Berlusconi rinuncia, Mattarella non vuole fare il bis

Ieri sera, sabato 22 gennaio, dopo il vertice del centrodestra, Berlusconi ha rilasciato un comunicato stampa in cui dichiara la volontà di rinunciare a dare la propria disponibilità per la corsa al Colle. Nel comunicato si legge anche che “occorre individuare una figura capace di rappresentare con la necessaria autorevolezza la Nazione nel mondo”.

Come già dichiarato da mesi Sergio Mattarella non è intenzionato a correre per un eventuale bis, avendo 80 anni. Tuttavia, c'è uno scenario che non va trascurato. Le forze politiche, nel caso in cui non trovassero un accordo su nessun candidato, potrebbero anche decidere di votare per l’attuale presidente della Repubblica e mantenere lo status quo, con Draghi che rimarrebbe alla guida del governo fino a fine legislatura.

Una volta eletto, difficilmente Mattarella rifiuterebbe l’incarico che potrebbe mantenere solo fino alla primavera 2023, per poi dimettersi e far votare un nuovo presidente della Repubblica dal neoeletto parlamento. Un qualcosa di molto simile era avvenuto con Giorgio Napolitano, riconfermato nella primavera 2013 e rimasto poi in carico fino a gennaio 2015.

Un nome "nuovo" salito alla ribalta nelle ultime ore è quello di Elisabetta Belloni che da maggio 2021 è a capo del DIS. Belloni è una figura molto stimata anche all’estero. Una donna delle istituzioni con una profonda conoscenza dei meccanismi della Politica. Il suo nome potrebbe essere considerato dal M5S, dal Pd e da alcuni nel centrodestra.

Non è la candidata favorita. ma molto dipenderà dalle decisioni delle forze di centrosinistra e del M5S. Sarebbe la prima donna a ricoprire questo ruolo.

Nel “toto nomi” di questa elezione ci sono anche altri personaggi politici, fra i quali Maria Elisabetta Casellati, Pier Ferdinando Casini, Marta Cartabia, Paola Severino, Giuliano Amato, Letizia Moratti e Paolo Gentiloni.