Sulla crisi in Iran, sia Giorgia Meloni che Elly Schlein hanno immediatamente compreso che la situazione richiedeva un approccio ben diverso dalle solite scaramucce politiche. La mossa a sorpresa di Donald Trump di lanciare l'attacco all'Iran è stata così imponente da rendere evidente che bisogna mettere da parte i singoli interessi di partito. Presto però per parlare di unità nazionale ancora: tuttavia i recenti contatti, alla luce della grave crisi che interessa il Medio Oriente rappresentano un cambio di passo inedito.

Contatti tra Meloni e Schlein

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera la chiamata diretta alla premier sarebbe partita da Elly Schlein. La premier si è mostrata immediatamente disponibile al confronto e il colloquio, considerate l'emergenza e gli impegni in agenda, è stato piuttosto lungo, poco meno di venti minuti. I toni si sono mantenuti all'insegna della cortesia e cordialità. Il segnale è anche quello di un reciproco riconoscimento tra loro, con Schlein che ha fatto capire di voler agire nell'interesse dell'Italia.

La premier ha esposto le sue preoccupazioni, e la volontà di portare questa crisi ad una de-escalation sembra essere stato un punto di incontro tra le due parti. Meloni al contempo ha colto anche la novità rappresentata dal fatto che la segretaria del PD, pur in competizione con il M5s, abbia voluto distinguersi adottando i toni di un'opposizione matura e aperta al dialogo con il governo in un momento di crisi geopolitica che rischia di assumere contorni ancora più gravi.

La posizione del PD

Riguardo alla linea che il partito deve tenere, Schlein ne ha discusso con i suoi più stretti collaboratori. Rimane dell'idea che il Pd, primo partito di opposizione, deve essere all'altezza di un momento così delicato e per questo motivo inasprire il dibattito non avrebbe senso. Una posizione che sicuramente è prudente e cauta, in attesa che Meloni e i suoi ministri vengano a riferire in Parlamento.

Questo è un cambio di passo importante rispetto ai toni, decisamente meno concilianti, adottati finora dal leader del M5S Giuseppe Conte che sulla crisi in Iran ha lasciato dichiarazioni dure criticando le scelte recenti di Donald Trump. Subito dopo il colloquio oltretutto Schlein fa sapere con fermezza di essere contraria ai programmi atomici dell'Iran, pur non condividendo però la linea dura adottata da Washington, con il bombardamento di alcuni giorni fa ad alcuni siti nucleari.

Più in generale comunque, da parte del Partito Democratico, si vogliono avere rassicurazioni sul fatto che l'Italia non parteciperà ad operazioni militari e comunque non possa dare supporto sul suo territorio ad azioni di supporto al conflitto. Lo stesso presidente del Pd, Stefano Bonaccini, ha elogiato la scelta di Schlein, promettendo anche un generico sostegno al governo, qualora non fornisca alcun tipo di sopporto a future operazioni militari.

Svolta nei rapporti tra Pd e governo?

Al momento è ovviamente presto dire se c'è stato un cambio di rapporti tra il Pd e il governo Meloni. Nelle giornata di oggi comunque, con i discorsi che terrà oggi Meloni al Parlamento, si potrà capire se il colloquio telefonico sia stata una mossa estemporanea oppure qualcosa di più ampio respiro che potrà in qualche modo indicare un nuovo percorso per il primo partito di opposizione.

Come sottolinea il Corriere della Sera è nell'interesse della segretaria dem costruire un'immagine che non coincida esclusivamente con quella dell'avversaria e nemica della premier, ma che sia più ambiziosa e intelligente, restando anche lontana dagli slogan e dalla consueta dialettica politica. E poi ovviamente resterà da capire in che modo reagiranno gli alleati di Schlein, in primis il Movimento Cinque Stelle guidato dall'ex premier Conte, senza trascurare i rapporti coi leader di Alleanza Verdi Sinistra.