Già approvato in Europa, sarà disponibile alla fine dell'anno anche in Italia una nuova terapia contro il cancro ovarico che colpisce quasi 5 mila connazionali ogni anno, un tumore particolarmente aggressivo che viene diagnosticato nella maggioranza dei casi quando ormai si trova ad uno stadio avanzato. E anche per questo motivo la mortalità è molto elevata.
"L'età media di comparsa del tumore ovarico è intorno ai 60 anni e circa il 5-10% dei casi hanno un andamento ereditario, legato alle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2." spiega Sandro Pignata dell'Istituto di Tumori di Napoli.
E più a rischio sono le donne che hanno avuto il menarca da giovanissime e la menopausa in là con gli anni. Parlando di sintomi si è rilevato che in molti casi alla presenza del tumore è associato il bisogno di urinare spesso, dolori addominali, delle vere e proprie fitte, oppure un gonfiore persistente.
Sino ad oggi per sconfiggere questa malattia ci si è avvalsi della chirurgia e della chemioterapia, ma purtroppo il cancro si ripresenta "in circa il 70 - 80% dei casi nei primi due anni". Ma da dicembre sarà a disposizione il Bevacizumab, un anticorpo che contrasta la proteina VEGF che ha il compito di sviluppare i vasi sanguigni, indispensabili al tumore per crescere e intaccare altri parti del corpo.
Quindi bloccando la proteina, si blocca di fatto la proliferazione del carcinoma, annullando le recidive. Il Bevacizumab - detto anche farmaco biologico -è utilizzato in tutto il mondo anche per il tumore al colon-retto, al rene, al seno, al polmone ed è stato già somministrato a quasi un milione e 500 mila persone.