Perdere i capelli purtroppo è uno dei problemi più diffusi nel mondo sopratutto tra gli uomini. E' un fenomeno molto traumatico per l'individuo specie all'inizio in quanto deve abituarsi all'assenza di capelli, infatti l'individuo inizierà ad avere stempiature che appaiono anti estetiche e che presto porteranno ad essere del tutto pelati. Le prime calvizie le abbiamo intorno ai 22-23 anni ma in maniera più uniforme verso i 40 anni. La calvizia può essere derivata da vari motivi e cause: prima di tutto per motivi genetici ed ereditari poi anche per motivi di stress e ansia ma anche a causa di smog e prodotti cosmetici sbagliati utilizzati sul capello.

Purtroppo però, sebbene vengano pubblicizzati vari cosmetici e prodotti che aiutano la ricrescita, il problema non scompare, proprio perché questi prodotti vengono chiamati con il nome di " ingannatrici", poiché non apportano nessun tipo di risultato. L'unico modo conosciuto fino ad ora è un trapianto. Anche le donne sono propense alla caduta dei capelli, ma molto meno rispetto agli uomini. Per le donne però risulterebbe più traumatico poiché ci tengono molto di più all'estetica.

Però proprio adesso i ricercatori della Columbia University Medical Center, studiando una malattia del sangue hanno scoperto la cura che è in grado di far ricrescere peli e capelli. Nei topi e sui altri tre pazienti su cui hanno sperimentato questa cura, la crescita è sembrata immediata.

Nell'arco di pochi mesi hanno avuto una grande ricrescita di peli e capelli. I ricercatori dunque hanno individuato queste cellule immunitarie che distruggono i follicoli poliferi e che dunque causano la perdita di capelli. I ricercatori sono riusciti a risalire al gruppo di Linfociti T responsabili della distruzione dei follicoli e così hanno creato farmaci chiamati Inibitori Jack.

Due di questi farmaci sono ruxolitinib e il tofacitinib. Nei topi la ricrescita è stata a dir poco impressionate, poichè nell'arco di 12 settimane il topo ha riacquistato i peli che aveva perso, ed in oltre con una certa persistenza, anche dopo il trattamento che viene interrotto.