Dal 1 marzo è entrata in vigore la nuova ricetta elettronica. Di cosa si tratta e cosa cambia per i cittadini, per i medici e per le farmacie? Vediamo di capirne di più.

La ricetta elettronica è stata introdotta con lo scopo di ridurre lo spreco di carta, risparmiare sulla stampa e sulla distribuzione delle ricette rosse. Inoltre serve a tenere sotto controllo più efficacemente il fenomeno della falsificazione delle ricette e dell'utilizzo di ricette rubate.

Ricetta elettronica, come funziona?

Il medico si collegherà ad un sistema informatico per prescrivere una medicina, una visita specialista o un esame.

Anche il farmacista si collegherà allo stesso sistema per consegnare al paziente il farmaco prescritto e, grazie alle informazioni digitali, sarà in grado di calcolare il ticket e l'eventuale esenzione in vigore nella regione di provenienza del paziente. Ciò vuol dire, dunque, che il vantaggio per il cittadino è che si potranno prendere le medicine in qualsiasi parte d'Italia visto che non sarà obbligatorio dover passare prima dal proprio medico per ritirare la ricetta.

Per adesso però la carta non sparirà del tutto. Ecco come funziona:

  • il medico si collega al sistema informatico e compila la ricetta digitale inserendo il numero di ricetta, il codice fiscale dell'assistito ed eventuali esenzioni
  • viene stampato un promemoria cartaceo in formato A5 che contiene tutti i dati utili
  • con quel promemoria il paziente si reca in farmacia e il farmacista recupera online tutti i dati

Questa è la procedura che verrà messa in atto in questo periodo di passaggio perché presto anche questo promemoria cartaceo sparirà e sarà tutto digitalizzato (il che permetterà di recarsi in qualsiasi farmacia d'Italia portando con sé solo il codice della ricetta che verrà recuperata sul sistema, un'opportunità utile per chi viaggia spesso per lavoro o si trova lontano dal luogo di residenza).

Ricetta elettronica validità

Fino alla fine del 2017 sono esclusi dalla ricetta elettronica farmaci come gli stupefacenti, l'ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. E in ogni caso in questo periodo di transizione si potrà ancora usare la vecchia ricetta rossa nella propria regione di residenza.

Le difficoltà dei medici

All'indomani dell'introduzione delle linee guida per l'uso della ricetta elettronica i medici di famiglia della Fimmg hanno denunciato le difficoltà e gli svantaggi: “c’è un aggravio di lavoro burocratico che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti”, si legge in una nota.

Tuttavia i primi dati relativi alla diffusione della ricetta dematerializzata sono promettenti. Come rende noto Federfarma: "47,7 milioni di prescrizioni compilate nel mese dai medici italiani, 33 milioni circa erano in formato elettronico. Attenzione però: nonostante i progressi che si registrano di mese in mese, nessuna Regione è ancora riuscita a “toccare” la soglia del 90%, che la legge 221/2012 fissa come traguardo da tagliare entro la fine di quest’anno".