Affamare le cellule del glioblastoma per frenarela loro avanzata: è questa la strategia utilizzata da un gruppo di ricercatori italiani e americani per ridurre la velocità di crescitadi uno dei tumori cerebrali più aggressivi che si conoscano. I ricercatori delle università de L'Aquila, di Siena e di Chieti in collaborazione con i fisici dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il CNR di Napoli e con lo Sbarro Institute per la ricerca sul cancro di Philadelphia, negli USA, hanno messo alla provauna molecola chiamataAA452in grado di disturbareil metabolismo energetico delle cellule del glioblastoma, di rallentarne la crescita e di renderle più sensibili alla radioterapia.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Cellular Physiology.
Il metabolismo delle celluledel glioblastoma
Il glioblastoma è uno dei più diffusi e aggressivi tumori cerebrali maligni. L'elevata velocità di progressione della malattia e la sostanziale resistenza alle terapie attualmente disponibili si traduce in una sopravvivenza che raramente supera i 2 anni di vita. Una delle caratteristiche che rende lecellule del glioblastomacosì aggressive è una attività metabolica e di proliferazionefuori controllo, dovuta a una riprogrammazione genetica. Le cellule del glioblastoma, infatti, devono far fronte alla rapida crescitadel tessuto tumorale, avido di ossigeno, glucosio e grassi necessari per la costruzione delle membrane cellulari.
Una delle strategie da mettere in atto per sconfiggere i tumori del cervello, come il glioblastoma, consiste nel disturbare le vie di rifornimento dei nutrienti. Ad esempio, potrebbe essere efficace bloccare propriol'approvvigionamento di glucosio e grassi.
La molecola AA452 blocca il metabolismo delle celluledel glioblastoma
"La AA452, la molecola che abbiamo utilizzato" spiega la professoressa Annamaria Cimini dell'Università de L'Aquila e che ha coordinato lo studio "blocca l'attività di un recettore di membrana delle cellule del glioblastoma che si chiama PPAR-alfa, coinvolto nel metabolismo energetico.
In particolare, il PPAR-alfa è cruciale per l'alteratometabolismo dei grassi al servizio della frenetica costruzione dinuove cellule".
"Inoltre, maggiore è il grado di malignità dei tumori cerebrali" continua a spiegare laprofessoressa Annamaria Cimini "maggiore è la quantità di recettori PPAR-alfa sulla membrana delle cellule tumorali. Infatti, le cellule del glioblastoma ne sono particolarmente ricche".
"Nel nostro studio" conclude la professoressa Annamaria Cimini "siamo riusciti a dimostrare, utilizzando cellule di glioblastoma di derivazione umana, che la molecola AA452 blocca l'attività del PPAR-alfa inducendo la morte delle cellule del glioblastoma ediminuendo la loro velocità di migrazione.
Infine, la somministrazione della molecola AA452 rende le cellule del glioblastoma più facilmente degradabili tramite la radioterapia".
Ora, la promettente molecola dovrà intraprendere il rigoroso esame dei protocollifarmacologici per capire se potrà essere utilizzata nell'uomo, in sicurezza, e al fianco delle terapie attualmente disponibili contro il glioblastoma.