Sono saliti a quattro i casi di meningite accertati nell'Isola, nonostante nelle ultime ore si sia temuto per il quinto ricovero, poi smentito dalla Asl locale gallurese. A poche ore dalla morte del giovane 19nne di Lanusei, da giorni ricoverato presso il presidio di Nostra Signora della Mercede e poi deceduto nella serata del 9 gennaio, aveva destato non poca preoccupazione il ricovero di un altro paziente presso l'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, su cui erano stati avviati gli accertamenti già dalla tarda mattinata della giornata di mercoledì.

Il primo caso riguardava il ricovero di una studentessa a Cagliari, poi quello di un anziano e della sua badante a Nuoro, quindi il giovane in Ogliastra.

Sospetta meningite, ma il batterio è un altro.

Dopo i primi esami e l'avvio della profilassi prevista, il paziente è stato trasferito nel reparto di malattie infettive di Nuoro per le cure e gli accertamenti del caso. Quando già si pensava al quinto caso in pochi giorni è arrivata la comunicazione da parte della Asl locale: "Non è meningite ma una infezione da pneumococco", altro batterio responsabile di polmoniti e otiti. La diagnosi è stata confermata dalle analisi effettuate presso l'Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell'Aou di Sassari.

Sospesa dunque la profilassi prevista in presenza di meningite da meningococco e avviati i trattamenti del caso a cui il paziente sta già reagendo positivamente.

Una sanità scossa di recente per la tragica morte della piccola di tre anni durante la notte di Natale a Roma,ora di nuovo colpita dai recenti casi che si sono concentrati nella regione sarda, ad un mese dalla scoperta di alimenti contaminati penisola.

Diverse le misure di prevenzione adottate, come le campagne di sensibilizzazione per evitare psicosi, tra cui quella di domande e risposte consultabile sul sito del Ministero della Salute dove si legge di un andamento che non mostra picchi di particolare rilevanza, con una mortalità di circa il 10% dei casi. In relazione al vaccino, infatti, viene consigliata la somministrazione solo a quelle fasce di popolazione raccomandate e ai gruppi a rischio, in particolare per garantire alta la soglia di protezione sia collettiva che individuale dalla malattia.

Una diffusione costante dunque, in cui l’unica variazione epidemiologica significativa negli ultimi due anni risale al focolaio di meningococco C nel territorio della Toscana, immediatamente circoscritto.