Novità in arrivo dall'Istituto californiano Scripps Research Institute (TSRI). È stato messo a punto un nuovo tipo di vaccino. Si tratta di un'immunizzazione anti eroina e presto verrà testata anche sull'uomo. Un punto di svolta davvero importante in campo scientifico: un tipo di vaccino che non solo bloccherebbe gli effetti letali della droga assunta in dosi massicce, l'inoculazione rappresenterebbe anche un freno alle ricadute. Spesso i tossicodipendenti ricoverati nei centri di recupero soccombono alla tentazione a causa della forte dipendenza che la sostanza crea.

Grazie a questa nuova progettazione scientifica, potrebbero evitarsi moltissime ricadute.

Le statistiche mostrano un quadro inquietante

In Italia i numeri che mostrano le statistiche sono davvero impressionanti. Secondo l'ultima relazione stilata dal Governo, le persone che consumano regolarmente eroina sarebbero circa 280 mila. Non è tutto: sempre più studenti ammettono di averne fatto uso almeno una volta nella vita. Le percentuali crescono vertiginosamente e la situazione diventa sempre più preoccupante. Dall'anno 2016 le persone che hanno confermato di avere fatto uso di eroina sono 37.000 in più e si tratta di studenti. Ogni anno gli adolescenti che muoiono di overdose sono un ennesimo dato in aumento, il 73% dei decessi è causato dall'eroina.

Sembrerebbe tra l'altro che questa sia la droga dell'epoca moderna, la più gettonata; 7 casi su 10 all'interno dei centri di recupero antidroga e presso i servizi che tentano di combattere le dipendenze, sono dipendenti principalmente da eroina.

Come opera questa nuova inoculazione?

La prima formulazione è datata 2013. Ma come agisce questo nuovo colosso della medicina?

Il vaccino anti-eroina educa gli anticorpi del sistema immunitario sul modus operandi da adottare in caso di attacco da parte dell'eroina. L'immunizzazione impedirebbe anche al farmaco di raggiungere il cervello, limitando quindi i danni. L'eroina è un farmaco: antidepressivo, analgesico e la sua molecola non attiva automaticamente una risposta anticorpale, quindi gli scienziati hanno creato il modo di collegarla a una proteina trasportatrice (carrier).

Questa avvisa il sistema immunitario che produce anticorpi. Soltanto l'anno scorso questi studiosi hanno esaminato gli effetti del vaccino su un campione di roditori, proseguendo gli esperimenti si è giunti alla migliore formulazione del vaccino: questa è costituita da una proteina, la "tossoide tetanico".

Si tratta di una formulazione che ha superato ogni test previsto: dalla sicurezza nello stoccaggio all'efficienza mantenuta dopo il trasporto. In più contiene un importante adiuvante: l'allume. A questo punto sarebbe pronta alle ultime sperimentazioni cliniche, quelle sugli esseri umani.