Sbaragliando clamorosamente la concorrenza internazionale, i ricercatori del Cibio (Centre for Integrative Biology) di Trento hanno messo a punto una scoperta destinata a cambiare il corso delle malattie genetiche ed a sconvolgere il campo biomedico. Partendo dal sistema Crispr-Cas9, realizzato nel 2012 in California dalla Berkeley University e dal Mit di Boston, infatti, l'equipe, guidata dalla professoressa Anna Cereseto, è riuscita a perfezionare il genome editing e a sviluppare una molecola capace di annullare i difetti presenti nella catena del Dna, laddove se ne conosca con precisione la sede da cui originano.

"Abbiamo preso questa proteina, l'abbiamo forzata ad evolversi in una proteina di origine batterica e l'abbiamo spinta a diventare precisa, in modo tale che vada sul sito del Dna che deve essere corretto e non generi danni collaterali"

Molecola-correttore

La proteina di cui parla la professoressa Cereseto si chiama evoCas9 e non è altro che un "bisturi genetico" che agisce appunto con precisione chirurgica, tagliando via le parti malate presenti nel Dna e correggendo quelle imperfezioni che altrimenti genererebbero gravi malformazioni genetiche, nonché patologie tumorali difficilmente curabili. Lo studio, pubblicato su "Nature Biotechnology", ne evidenzia l'importanza dell'applicazione in campo medico, in quanto in grado di annullare senza la minima possibilità di errore tutte quelle alterazioni genetiche responsabili di tali gravi malattie.

Non solo per umani

La possibilità di correggere il Dna apporterà senz'altro grossi benefici in campo clinico, ma tali benefici non si limiteranno certo all'ambito medico, ma si estenderanno a settori quali quello animale e vegetale, particolarmente per quanto riguarda razze da allevamento e piante commestibili, con lo scopo di migliorarne le caratteristiche nutrizionali. Orgoglio tutto italiano, dunque, espresso dalla soddisfazione del direttore del centro, Alessandro Quattrocchi, il quale sottolinea la necessità e l'importanza di condividere la scoperta e l'impossibilità di trattenerla, data la notevole portata. Non prima però di rivendicarne la legittima paternità generando un brevetto, già depositato. Un grande riconoscimento per chi ha dedicato anni di studio alla catena più misteriosa ed affascinante del nostro corpo, esaminandola un anello dopo l'altro.