L'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso ufficialmente di riconoscere la dipendenza da videogame come una patologia mentale. La problematica, infatti, è stata inserita nell'International Classification of Diseases (elenco ufficiale delle malattie), proprio nella sezione dedicata ai disturbi mentali.

Stando all'elenco aggiornato, la dipendenza da Videogiochi emerge nel momento in cui si verificano costantemente una serie di comportamenti che vanno a prevalere su tutti gli altri interessi che il singolo individuo può avere nella sua vita privata.

Di conseguenza, l'Oms ha consigliato di non esagerare con il ricorso ai passatempi videoludici, dedicando ad essi una parte non preponderante della propria vita.

La sindrome da dipendenza da videogame

La Classificazione Internazionale delle Malattie comprende più di 55mila patologie e, dopo la sua stesura definitiva, il documento (ICD-11) verrà reso disponibile anche in modalità digitale. Nel corso di una conferenza stampa in cui ha parlato proprio dell'inserimento del cosiddetto "gaming disorder" tra le malattie mentali, Vladimir Poznyak del dipartimento per la Salute mentale dell'Oms, ha spiegato che in diverse occasioni, quando emergono le prime manifestazioni da dipendenza da giochi digitali, non si riesce ad assumere il pieno controllo dei propri comportamenti, e ciò fa emergere una serie di difficoltà nella gestione della vita personale, nei rapporti con familiari e amici, ma anche disturbi fisici legati al sonno e all'alimentazione.

Proprio in virtù di queste considerazioni e dei dati in suo possesso, l'Organizzazione mondiale della sanità ha voluto aggiungere all'elenco delle patologie mentali anche la dipendenza da videogame, per far sì che anche i medici possano essere agevolati nel formulare delle diagnosi più tempestive ed efficaci.

I dubbi della direttrice generale di Aesvi

Thalita Malagò, direttrice generale di Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), come si apprende da TgCom 24, ha espresso alcuni dubbi circa l'introduzione della dipendenza da videogiochi tra le patologie mentali. La dirigente, infatti, ha ricordato che, nel mondo, ci sono circa 2 miliardi di persone che ricorrono ai videogame in maniera responsabile e sicura, sottolineando come il loro valore educativo e terapeutico sia ampiamente riconosciuto e documentato.

Proprio in base a queste considerazioni, ha espresso il suo rammarico nel constatare che il "gaming disorder" faccia parte dell'ultimo aggiornamento dell'ICD-11.

Ad ogni modo, Thalita Malagò si è anche augurata che l'Oms possa analizzare ulteriormente i dati a sua disposizione, prima di introdurre la dipendenza da videogiochi anche nella versione finale della Classificazione Internazionale delle Malattie che dovrà essere approvata entro il prossimo anno.