Lo studio realizzato dall'Università nazionale di Rio Cuarto in Argentina sulla pianta Heterophyllaea pustolata ha testato l'efficacia fotosensibilizzante delle sostanze tossiche, prodotte durante l'esposizione solare, sulla capacità di attivare processi fototossici all'interno delle cellule tumorali alterate e quindi favorire la terapia fotodinamica. La tecnica medica PDT è basata su tre elementi chiave, quali: la luce ad una determinata lunghezza d'onda, un'agente fotosensibilizzante e l'ossigeno presente nei tessuti.

Uno studio preliminare efficace

La pianta Heterophyllaea pustolata, chiamata 'cegadera' è un'arbusto originario di alcuni stati dell'America Latina come Argentina e Perù. La sua caratteristica principale è l'azione fotosensibilizzante poiché la pianta a contatto con la radiazione solare iperproduce molecole tossine, che facilmente diffondono nei tessuti vegetali attivando la distruzione e la morte delle cellule danneggiate.

La terapia fotodinamica riproduce lo stesso processo biologico all'interno dei tessuti e organi umani, utilizzando come agente di fotosensibilizzazione una sostanza sintetica, un trattamento clinico conosciuto da molti anni che viene impiegato principalmente in ambito dermatologico per la cura di patologie tumorali cutanee o nelle pratiche estetiche del fotoringiovanimento della pelle.

I ricercatori hanno scoperto che le sostanze tossiche prodotte dalla pianta presentano un effetto fotosensibilizzante maggiore delle molecole sintetiche e potrebbero essere utilizzate nella terapia oncologica.

Un trattamento innovativo

Gli studi preclinici sul tessuto umano hanno dimostrato che quando la pianta 'cegadera' è stata sottoposta ad una luce artificiale con lunghezza d'onda ben precisa, simile alla radiazione solare, ha prodotto tossine capaci di introdursi facilmente nella cute umana e successivamente attraversare gli strati esterni delle cellule danneggiate, molto permeabili rispetto alla struttura biologica normale, reagire con l'ossigeno presente all'interno e innescare reazioni biochimiche di autodistruzione cellulare.

I risultati positivi dello studio preliminare permettono ai ricercatori di promuovere successive indagini sugli animali sperimentando nuove terapie innovative e tecnologiche con la possibile realizzazione di un farmaco contenente il principio attivo della pianta argentina Heterophyllaea pustolata.