La calvizie si combatte con l'olfatto. E' questa la sensazionale scoperta di uno studio condotto in Inghilterra e pubblicato dalla rivista Nature Communications: per affrontare un problema estetico quale la calvizie è necessario stimolare l'olfatto tramite un particolare odore: il legno di sandalo. Un prodotto già in commercio lo dimostrerebbe.

Un metodo efficace per combattere la calvizie

Molti uomini, ma anche molte donne, passano diverso tempo alla ricerca di un metodo anti calvizie per evitare la caduta dei capelli dal cuoio capelluto. Sembra che la risposta adatta a loro provenga dal professor Ralf Paus dell’università inglese di Manchester che, tramite uno studio pubblicato proprio questo mese, ha dimostrato come il profumo del legno di sandalo favorisca la ricrescita dei capelli per chi nel corso del tempo ha avuto problemi di caduta.

Lo studio sul profumo che fa ricrescere i capelli

Insieme a un team di ricercatori e in collaborazione con la società tedesca Monasterium Laboratory Skin & Hair Research Solutions di Münster, il professor Ralf Paus ha messo a punto un composto chimico a base di legno di sandalo la cui inalazione ha un effetto benefico sul cuoio capelluto, rinfoltendo chiome affette da calvizie. Questo composto è stato testato su campioni di cuoio capelluto donati da volontari dopo interventi di lifting. Dopo sei giorni si è notato un aumento del 25%-30% della produzione di un ormone responsabile della crescita dei capelli. Ma non è finita qui: sembra che la stimolazione riduca perfino la morte dei follicoli.

Sandalore, il profumo anti calvizie

Un risultato soddisfacente che è già stato introdotto in commercio: il prodotto si chiama Sandalore, e agisce sulla base di una stimolazione che avviene tramite i recettori olfattivi. Un altro studio che ha coinvolto 20 donne volontarie ha dato un esito davvero entusiasmante: sembra che questo prodotto sortisca un effetto di anti caduta.

L'olfattoterapia per curare la calvizie

Dunque una cura della calvizie che potrebbe sul serio fare la differenza su questa malattia, ma che è ancora confinata in laboratorio. Il professor Paus però è fiducioso: è già stato attivato un nuovo test che coinvolge un campione molto più ampio e i cui risultati sono attesi per la prima metà del prossimo anno. Se l'esito confermerà le premesse, il passaggio alla commercializzazione del prodotto potrebbe non essere troppo lontano.