Molti bambini e adolescenti di oggi vivono in un contesto che si potrebbe definire "obesogeno", cioè che incanala verso l'eccesso ponderale. Passano infatti molto tempo seduti, sia a scuola sia davanti al PC, e nel contempo assumono cibi e bibite ricchi di zuccheri e di sostanze poco salutari. L'obesità giovanile è un serio problema mondiale: solo in Italia un bambino su tre è in sovrappeso e sono tantissimi quelli che si alimentano in maniera errata. E l'obesità in età adolescenziale spesso sfocia in un adulto obeso, con tutte le patologie che ne conseguono.

Allo scopo di rieducare i giovanissimi ad una Corretta alimentazione c'è bisogno di programma serio, che intervenga in ambito scolastico, e che interessi anche il cibo che i bambini assumono fuori casa. A questa conclusione è arrivato un studio, pubblicato su "Obesity", condotto da ricercatori del Progetto EAT.

Il progetto, che letteralmente significa Educazione Alimentare Teenagers, è stato portato avanti nel Gruppo ospedaliero San Donato e supervisionato dal MIUR.

Lo studio del progetto EAT

Nella prima fase di sperimentazione il gruppo di ricercatori italiani ha osservato circa 500 studenti di istituti della provincia di Milano nel corso di due anni scolastici, il 2009 e il 2011, di cui un gruppo è stato scelto come campione "d'intervento" ed una altro di controllo.

Nelle scuole si aveva libero accesso a distributori automatici con ogni sorta di snack e bevande ad alto tenore di zuccheri, sale e grassi ed inoltre l'attività fisica era limitata. La presenza di cibi poco salutari e l'assenza di moto sono due fattori che rendono un ambiente obesogeno ed il progetto ha proposto di cambiare radicalmente alcuni aspetti.

I vecchi distributori sono stati sostituiti con quelli chiamati "Alimenta la tua salute”, che erogano solo frutta, fresca od essiccata, verdura fresca, succhi di frutta, dolciumi senza zuccheri aggiunti e yogurt da bere. I prodotti scelti contenevano poco sale e molte fibre, con assenza di sciroppo di glucosio e fruttosio, di grassi trans e idrogenati, e di olio di palma, cocco, e colza.

In contemporanea sono state tenute delle lezioni di educazione alimentare, che comprendevano una messaggistica per le famiglie con consigli sulla dieta. Infine sono stati introdotti un pedometro che misura l’attività fisica e una bottiglia da riutilizzare per promuovere l'uso dell'acqua.

I risultati

Dopo due anni si sono osservati risultati promettenti: nelle scuole che hanno adottato il progetto i ragazzi hanno ridotto sia il loro indice di massa corporea sia la circonferenza vita rispetto ai coetanei di controllo delle scuole di controllo. I ragazzi in sovrappeso hanno mostrato i maggiori picchi di miglioramento, sia per l'introduzione di una maggior attività fisica, controllata dal contapassi, sia per l'assenza di cibo spazzatura contrapposta ad un aumento di consumo di frutta, verdura e acqua. Sono ormai quasi 10 anni dalla partenza del progetto e già altre scuole medie e superiori hanno aderito a nuove osservazioni per cui il numero degli studenti monitorati oggi è di circa 8 mila.