Solo lo scorso anno in Italia sono state oltre 35mila le nuove diagnosi di tumore alla prostata. Una popolazione che adesso ha nuove armi a disposizioni. Si tratta di terapie personalizzate e terapie ormonali, quindi chemio-free, ovvero non basate sulla classica chemioterapia. Se ne è parlato recentemente in un convegno a Barcellona: i risultati di questi nuovi farmaci sono migliori rispetto alle terapie tradizionali, sia in termini di sopravvivenza che come qualità della vita dei pazienti. Sabato 30 marzo, a Roma, nell'aula multimediale dell’edificio C del Policlinico Casilino, è in programma un convegno dal titolo “Tumore Prostatico: Prevenzione – Diagnosi e terapia”.

Una occasione per parlare di diagnosi precoce, nuove terapie e prevenzione.

Funzionano anche nei casi più avanzati

Al 34esimo Congresso Europeo di Urologia (EAU) quest’anno organizzato a Barcellona e terminato pochi giorni fa, sono intervenuti più di 10mila specialisti da tutto il mondo. Tema centrale del convegno era il tumore alla prostata e le più recenti terapie a disposizione degli oncologi.

Pazienti con tumore alla prostata già metastatizzato, trattati con abiraterone (Zytiga), un farmaco che inibisce la biosintesi degli ormoni androgeni e approvato da alcuni anni, ha dimostrato di aumentare mediamente di due anni la vita dei pazienti, rispetto ai trattamenti chemioterapici. Un secondo farmaco, apalutamide (Erleada), anche questo un anti-androgeno, è risultato efficace nel 72% dei casi, prolungando la vita dei pazienti, spostando in avanti l’inizio della metastatizzazione e riducendo i casi di decesso.

Un altro farmaco è darolutamide, non ancora approvato ma sta completando gli studi clinici di fase 3. Anche questo è un antiandrogeno non steroideo – tutti indicati con l’acronimo NSAA, dall’inglese “nonsteroidal antiandrogen”.

Questo vasto armamentario terapeutico consente oggi di approcciare il paziente con carcinoma prostatico attraverso uno schema terapeutico personalizzato, con il risultato di aggiungere anni di vita. Nei casi di carcinoma prostatico, con inizio di metastasi, in pochi anni si è passati da un’aspettativa di vita di 36 mesi a quasi 5 anni.

I progressi che si stanno compiendo su questo tipo di carcinoma sono paragonabili, se non superiori, a quelli fatti con il carcinoma mammario.

35mila nuove diagnosi l’anno

Il cancro alla prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione di sesso maschile. Solo in Italia vengono diagnosticati circa 35-40mila nuovi casi ogni anno.

Lo scorso anno sono stati oltre 35mila ma negli ultimi 10 anni questo numero è continuato a crescere. Sarà per l’aumento della vita media, sarà per le più raffinate tecniche diagnostiche o per una maggiore diffusione del test del PSA (Antigeno Prostatico Specifico). Secondo alcune ricerche, un maschio italiano su 7 prima o poi svilupperà un tumore alla prostata. E superato i 50 anni, un maschio su 16 è "portatore", magari inconsapevole, di un tumore alla prostata.

Sabato 30 marzo, a Roma, nell'aula multimediale dell’edificio C del Policlinico Casilino, è in programma un convegno dal titolo “Tumore Prostatico: Prevenzione – Diagnosi e terapia”. Una occasione per parlare di diagnosi precoce, nuove terapie e prevenzione.