La cultura cinese inizia a condizionare anche la scienza medica occidentale. La scorsa settimana l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un documento sulla Classificazione Internazionale delle malattie (ICD-11), ha inserito per la prima volta un capitolo sulla medicina tradizionale cinese (MTC). Pronti gli schieramenti di chi è a favore (riconoscimento di una pratica millenaria) e di chi è contrario (una pratica basata su metodi empirici). Intanto il prezzo degli asini continua ad aumentare perché la loro pelle viene diffusamente utilizzata proprio nella MTC.

Dopo l’economia, la Cina influenza anche il mondo scientifico

La scorsa settimana è stata pubblicata l’ultima versione della ICD-11, un documento della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) finalizzato alla Classificazione Internazionale delle malattie. Per la prima volta è stato inserito un capitolo dedicato alla Medicina Tradizionale Cinese (MTC). ICD-11 è un documento molto influente in quanto regolamenta la codifica medica delle diagnosi e dei trattamenti. Di enorme importanza dove l’assistenza sanitaria è controllata dalle compagnie assicurative.

La notizia in Cina ha avuto un forte impatto. Il 26 maggio un giornale filo-governativo ha definito la decisione della OMS come "un passo importante per l'internazionalizzazione della MTC", ponendo le basi per una sua diffusione a livello mondiale.

Non si sono fatte attendere le critiche, piovute da più parti su questa posizione. Con una dichiarazione del 4 aprile, l’OMS ha difeso ovviamente la sua posizione dicendo che non si tratta di una legittimazione di una scienza, che spesso non segue i rigorosi canoni della medicina occidentale, bensì di prevedere anche questa opzione diagnostica.

Infatti ICD-11 non approva alcun trattamento bensì consente una codifica delle patologie secondo i criteri della MTC ma che deve comunque riportare la doppia codifica, cioè anche quella secondo la Medicina Occidentale.

In Cina, la medicina tradizionale ha una storia millenaria e quindi poterla mettere a disposizione dei cittadini di tutto il mondo è solo una opportunità, non una minaccia.

Ad esempio, l’artemisina, una molecola isolata dall'assenzio dolce (Artemisia annua), viene usata come terapia salvavita contro la malaria: questa molecola è stata scoperta in Cina e appartiene proprio alla tradizione della MTC.

Le proprietà dell’asino

Ma che c'entra tutto questo con l’asino? Un animale in via di estinzione dalle nostre parti ma che si scopre essere una risorsa importante e redditizia in altre zone del pianeta. Il suo prezzo continua a salire e Paesi come Niger, Tanzania e Botswana, hanno messo al bando le esportazioni degli asini per preservare le loro popolazioni.

Ogni anno il mercato degli asini vale 15 miliardi di yuan (2,2 miliardi di dollari) e questo a causa della produzione dello ejiao, una gelatina ricavata dalla pelle di asino e considerata uno dei tre prodotti fondamentali della MTC.

Lo ejiao trova impiego per il trattamento di molti disturbi, dal raffreddore all'insonnia, come anti-aging e contro l’impotenza, come emostatico e persino come antitumorale. Nel mercato cinese la domanda è in forte espansione così milioni di asini in tutto il mondo sono macellati per le loro pelli. Queste, arrivate in Cina, vengono trattate per trasformarle in una gelatina considerata “miracolosa”.

Nel nord della Cina, ogni settimana 100 fabbriche lavorano il manto degli asini per trasformalo in gelatina ma gli allevamenti di asini si sono drasticamente ridotti in quanto ne vengono macellati in misura superiore a quanti ne vengono allevati. In 20 anni si è passati da 9,4 milioni (1996) a 4,6 milioni (2016).

Così i cinesi sono corsi ai ripari approvvigionandosi di questi simpatici animali dall'Africa. Ora ad essere minacciati non sono solo gli asini ma anche tigri, rinoceronti, cavallucci marini e pangolini, che rischiano l’estinzione proprio perché alcune loro parti rientrano nel grande capitolo della MTC.

Con queste premesse, è facile comprendere le posizioni di chi contesta la posizione dell’OMS. Lo stesso governo cinese sta assumendo una posizione contraddittoria. Da una parte investe milioni di yuan in programmi per modernizzare e standardizzare la medicina cinese allineandola ai modelli di quella occidentale e, dall'altra, a gennaio ha abbassato l’IVA dal 5% al ​​2% sulle importazioni di pelli d'asino per agevolarne l’approvvigionamento in trattamenti di MTC. Tanto il business è assicurato, una scatolina da 250 grammi di ejiao arriva a costare 200 dollari.