Continuano i ritiri da parte dell'AIFA, ovvero dell'Agenzia Italiana del Farmaco, di prodotti considerati potenzialmente dannosi per la Salute dell'essere umano. Già in passato era stato imposto un divieto di vendita su alcuni prodotti appartenenti alla classe dei gastroprotettori, così come accadde per svariati altri medicinali considerati non idonei per l'immissione sul mercato, e nuovamente i farmacisti si ritrovano a dover fare i conti con questo problema. Secondo quanto comunicato sul sito ufficiale dell'AIFA, è stato imposto sia il ritiro che il divieto di vendita per i medicinali contenenti la ranitidina, una molecola la cui azione principale è quella di bloccare la secrezione di acido da parte dello stomaco.

La motivazione è la presenza di una impurezza considerata dalla stessa azienda "potenzialment cancerogena".

Ranitidina ritirata dal mercato, anche Ranidil e Zantac

Secondo quanto comunicato dall'Agenzia Italiana del Farmaco, i lotti interessati conterrebbero l'impurezza conosciuta con il nome di N-nitrosodimetilammina, abbreviato in NDMA, già rilevata circa un anno fa all'interno di medicinali utilizzati per contrastare l'ipertensione. La sostanza potrebbe risultare cancerogena dopo una lunga esposizione e proprio per questo motivo è stato imposto l'assoluto divieto di vendita ed utilizzo dei lotti appartenenti ai farmaci in questione. Visto e considerato, soprattutto, che determinate tipologie di gastroprotettori vengono utilizzate giornalmente dai consumatori.

Nella lista inserita sul sito dell'AIFA è possibile trovare la maggior parte, se non tutti, i farmaci prodotti da SARACA LABORATORIES LTD, ma vengono 'attenzionati' anche quelli prodotti da case diverse. Tra i numerosi prodotti inseriti nella lista ufficiale pubblicata è possibile ritrovare:

  • RANITIDINA AUROBINDO ITALIA in compresse rivestite, sia da 150 che da 300 mg con numero di lotto pari a NCSA18003‐A, NCSA18011‐A, NCSB18002‐B, NCSB18003‐A, NCSB19006‐B;
  • ZANTAC sia in compresse da 150 mg e 300mg, sia in fiale da 5ml, con vari numeri di lotto e varie date di scadenza;
  • RANIDIL Sciroppo con lotto 18M001 e 19F001 e con scadenze previste rispettivamente per il 30 novembre 2020 ed il 30 giugno 2021;
  • Ranitidina Mylan Generics in compresse rivestite da 150 e 300mg con vari numeri di lotto e scadenze annesse;
  • RANITIDINA RATIOPHARM in varie tipologie;
  • RANITIDINA HEX;
  • Ranitidina Almus in scatole da 20 compresse rivestite con film;
  • RANIBEN in compresse;
  • ULCEX in compresse da 150 mg e 300 mg;
  • RANITIDINA DOC Generics in varie tipologie e confezioni da 20 compresse rivestite;
  • Ranibloc;
  • RANITIDINA PENSA e RANITIDINA ALTER

Una lista quasi infinita con impressi i numeri di lotto e le date di scadenza di ogni singolo prodotto su cui è stato imposto il ritiro dal mercato ed il divieto di vendita.

Chiunque si ritrovi in casa uno dei lotti indicati è pregato dalla stessa Azienda del Farmaco di non consumarlo e gettarlo via negli appositi cestini. Per quanto riguarda, invece, i pazienti trattati con farmaci contenenti questo principio attivo, la terapia può essere sostituita con un trattamento autorizzato per le medesime indicazioni.

A cosa serve la ranitidina e cosa implica la presenza dell'impurezza

Come già anticipato, la ranitidina è una molecola utilizzata in medicina per contrastare la formazione di acido all'interno dello stomaco. Conosciuto con il nome in formula AH19065, questa molecola viene spesso utilizzata anche per il trattamento delle ulcere gastriche e, come già detto, del reflusso gastroesofageo. La presenza dell'impurezza N-nitrosodimetilammina non dovrebbe comportare gravi rischi nell'organismo dei pazienti, purché non assunta regolarmente per periodi di tempo prolungati. Nei casi più gravi potrebbe venire classificata come "probabilmente cancerogena", ma i casi in cui diventa tale sono rari. Il ritiro, quindi, può essere considerato in via del tutto precauzionale.

Coloro che hanno già consumato, e di conseguenza assunto, uno dei prodotti in questione possono stare tranquilli e rivolgersi, in caso, al proprio medico curante senza sospendere bruscamente la terapia.