L’Istituto Superiore di sanità (ISS) ha recentemente dedicato una sezione del suo sito web ai tatuaggi (Epicentro) dove vengono indicati dati epidemiologici sia a livello nazionale che europeo oltre ad informazioni su norme e precauzioni da adottare al fine di evitare danni permanenti. Sempre in questi giorni, sono stati pubblicati i risultati di una ricerca europea sui pigmenti rossi, i maggiori responsabili delle reazioni allergiche.

Circa il 13% della popolazione

E’ diventato un fenomeno di massa quella di dipingersi il corpo. Le ragioni possono essere differenti, da motivi puramente decorativi/estetici a finalità mediche, per mascherare delle lesioni cutanee.

Questo fenomeno non poteva passare inosservato all'ISS che gli ha dedicato una sezione del suo sito online, chiamata “EPICENTRO” dove è possibile trovare norme legislative che regolamentano il settore, dati epidemiologici e una serie di suggerimenti sulle precauzioni da adottare.

In Italia circa 7 milioni di persone hanno un tatuaggio o un trucco permanente (PMU; dall'inglese permanent make-up) che, su una popolazione di circa 60milioni corrispondono al 12,8%. In Europa sono 60 milioni le persone tatuate. I motivi di questa scelta sono differenti, quello principale è la voglia di “personalizzare” il proprio corpo con disegni più o meno estesi. Le zone interessate variano tra gli uomini (braccia, spalla e gambe) e le donne (schiena, piedi e caviglie) che sono in numero lievemente superiore.

Una piccola percentuale (7,7%) inizia già nella minore età (12-17 anni), ma è a 25 anni che normalmente si matura la consapevolezza di volere un tattoo. La fascia di età dove questo fenomeno è prevalente è tra i 35 e i 44 anni (23,9%). Una minima percentuale (0,5%) si sottopone a tatuaggi per finalità mediche, per mascherare delle parti della cute segnate da incisioni o alterazioni.

Ma dove si rivolgono gli italiani per farsi tatuare il proprio corpo? Il 76,1% in un centro specializzato, il 9,1% in un centro estetico, gli altri probabilmente si recano in centri non autorizzati. Ma il problema più importante è la consapevolezza dei rischi che si corrono, limitata ad un 58,2% dei tatuati, mentre solo il 41,7% conosce le controindicazioni.

Gli altri ignorano del tutto i rischi a cui vanno incontro.

Attenti ai pigmenti rossi

I tattoo si realizzano mediante micro-iniezioni sottocutanee effettuate con dermografi e microaghi, che iniettano sostanze (pigmenti) colorate. Ma non tutte queste sostanza sono innocue, anzi diversi studi tossicologici hanno evidenziato i pericoli per la Salute associati ai vari pigmenti. E ci sono norme UE che ne vietano l’uso di alcuni e ne danno avvertenze precise sull’uso degli altri. Uno studio appena pubblicato su Contact Dermatitis, primo autore il danese Serup J. - ma si tratta di una ricerca che ha visto coinvolti diversi centri in Francia, Germania e Danimarca - è andato ad analizzare i pigmenti rossi, quelli che sono più inclini a dare reazioni allergiche, per individuarne quelli maggiormente allergenici.

Lo studio è stato condotto mediante analisi chimiche di biopsie cutanee, di 104 soggetti tatuati con pigmenti rossi ed interessati da reazioni allergiche croniche (dermatomi). L’obiettivo era identificare pigmenti e metalli responsabili di questa reazione. L’analisi è stata effettuata mediante spettrometria di massa (MALDI-MS / MS). Le concentrazioni di metallo sono state valutate mediante una tecnica sensibilissima detta “plasma accoppiato induttivamente” o ICP (Inductively Coupled Plasma), Massa (MS) e fluorescenza a raggi X (XRF).

I pigmenti identificati, detti azo Pigment Red (PR), sono: PR 22 (35%), PR 210 (24%), PR 170 (12%), PR 5 (0.9%), PR 112 (0.9%) e Pigment Orange (PO) 13 (11%). Piuttosto comuni anche i pigmenti PR 122 (0,9%) e Pigment Violet (PV 23 (8%).

La loro composizione è descritta nel database online: “The Color of Art Pigment Database: Pigment Red, PR”.

PR 22, PR 170 e PR210 sono i pigmenti maggiormente allergenici. Nessuna conclusione si è potuta trarre nel rapporto tra metalli e allergie in quanto i metalli potrebbero avere origine differente dall'inchiostro usato per il tatuaggio. Questa indagine ha evidenziato che l’uso di questi pigmenti rossi è associata ad un effetto ipersensibilizzante al nichel e al cromo. Infine, va precisato che nel 22% delle biopsie non è stato rilevato alcun pigmento rosso, questo vuol dire che anche pigmenti di colore differenti, in misura minore, possono essere altrettanto allergenici.