L'epidemia da Coronavirus rischia di avere delle conseguenze negative sulla tenuta psicologica delle persone. Il distanziamento sociale attuato per contrastare la pandemia potrebbe infatti comportare disturbi come ansia e depressione.

Il Mental Health UK ritiene che per arginare gli effetti negativi scaturiti dalle norme restrittive e dalla solitudine derivante dal lockdown si possono seguire tre punti fondamentali, a partire da un utilizzo responsabile della tecnologia e da un supporto psicologico anche a distanza.

Coronavirus: le differenze con le altre calamità

Le calamità su vasta scala, come uragani o attacchi terroristici, hanno minato la tenuta psicologica di molte persone per via delle loro caratteristiche intrinseche. Ad esempio, ad un mese dall'uragano Ike del 2008, il 5% della popolazione ha manifestato i sintomi del DDM (Disturbo Depressivo Maggiore). Inoltre, un adulto su 10 a New York, dopo l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, è stato colpito dal DDM, mentre il 25% della popolazione della "Grande Mela" ha fatto ricorso al consumo di alcool.

L'epidemia di SARS (Severe acute respiratory syndrome) è stata associata ad un significativo aumento del DST (Disturbo Traumatico dello Sviluppo).

L'impatto sul benessere psicologico, come riporta Jama Internal Medicine, può verificarsi immediatamente e persistere nel tempo.

Per quanto riguarda l'epidemia di coronavirus, non sono le caratteristiche intrinseche della patologia a intaccare la tenuta psicologica delle persone, ma le misure introdotte per contrastarla. Si teme che durante e dopo la pandemia si possa andare incontro ad un incremento del consumo di alcool e ad un aumento generalizzato di ansia e depressione.

Inoltre, la quarantena potrebbe esporre alcuni soggetti a violenza domestica, e tra questi rientrerebbero i bambini che non possono andare a scuola.

Covid-19: i problemi connessi alla pandemia

Con ogni probabilità, le norme relative al distanziamento sociale per arginare l'emergenza sanitaria potrebbero cambiare la società. Nicholas Christakis, scienziato dell'Università di Yale, ha affermato: "Il coronavirus che si sta diffondendo in tutto il mondo ci sta spingendo a sopprimere i nostri impulsi umani ed evolutivamente legati alla socializzazione, Vedere i nostri amici, riunirci in gruppo o toccarci a vicenda".

L'esperto ritiene che una pandemia possa mettere a dura prova anche la capacità umana di cooperazione, poiché si è chiamati ad adottare delle misure volte alla protezione dei propri cari ma anche di persone che non si conoscono.

ScienceMag riporta che, oltre ai disturbi psicologici, una pandemia potrebbe comportare anche un aumento di problemi di salute quali disturbi cardiaci o demenza. Da uno studio del 2015 di Julianne Holt-Lunstad, psicologa della Brigham Young University, si apprende che l'isolamento sociale cronico può causare un incremento del 29% del rischio di mortalità. La ricerca ritiene, infatti, che la socializzazione possa aiutare a combattere le problematiche legate allo stress.

Ad esempio la dottoressa Holt-Lunstad ed altri scienziati hanno spiegato che, parlare con un amico quando ci si trova in una condizione particolarmente stressante, può ridurre la risposta cardiovascolare.

I 3 punti del Mental Health Uk per contrastare le conseguenze negative dell'isolamento

Il Mental Health UK ha stilato una piccola guida per provare a limitare le conseguenze negative del distanziamento sociale:

  • L'uso della tecnologia dovrebbe essere incentivato per connettersi. Luoghi di culto o palestre possono continuare le proprie attività online. Inoltre, la divulgazione orale dovrebbe essere favorita a discapito dei messaggi di testo. Particolare attenzione va prestata anche ai bambini. Questi devono svolgere le proprie normali attività sul web. Tutto ciò può essere utile per mitigare gli effetti del lockdown, ma ha anche un risvolto negativo, ovvero il sovraccarico della rete.
  • In secondo luogo è necessario implementare i meccanismi di sorveglianza, segnalazione e intervento in caso di violenza domestica.
  • Infine dovrebbe essere potenziata la rete di strutture per il benessere mentale. Queste dovrebbero garantire il trattamento necessario ad ogni persona a prescindere dalle condizioni economiche in cui versa.

In questa situazione anche una chiamata via Skype per offrire supporto morale da parte di professionisti o semplicemente da un amico, potrebbe fare un'enorme differenza.