Di certo Renaud Lavillenie, per chi segue l'atletica leggera, non è un "carneade", uno sconosciuto balzato improvvisamente agli onori della cronaca. E' il campione olimpico di salto con l'asta in carica, ha conquistato la medaglia d'oro nella specialità alle Olimpiadi di Londra 2012.
Quest'inverno aveva già saltato prima 6,04 metri e poi il 31 gennaio a Bydgoszcz, in Polonia, era salito a 6,08 metri. Ma quel record "monstre", stratosferico di 6,15 metri stabilito da Sergey Bubka nel lontano 21 febbraio 1993 proprio qui a Donietsk, a casa sua, almeno per il momento, sembrava proprio inavvicinabile per chiunque.
Invece quanto pareva impossibile è successo e proprio nello stesso paese, l'Ucraina, la stessa città, Donyetsk e lo stesso Palazzo dello Sport; ci mancava solo che avvenisse sei giorni più in là e si sarebbe concluso che un destino di coincidenze meglio studiato non poteva verificarsi.
L'estroso astista francese ha scavalcato la misura di 6,16 metri al primo tentativo, superando di un centimetro il "fantascientifico record di 6,15" del campione ucraino. E, al contrario di Bubka e della maggior parte dei saltatori con l'asta, non è nemmeno un "superuomo", cioè non è dotato di un fisico eccezionale, fuori dal comune, se si considera che ha 27 anni ed è alto un metro e settantasette centimetri.
Qualcuno osserverà che trattasi di una misura ottenuta al coperto, pertanto non equiparabile a quelle all'aperto, valide come record del mondo assoluto, ma non è così o meglio non è più così. Pure Sergey Bubka aveva fatto meglio al coperto che all'aperto, dove era salito fino alla misura di 6,14 metri il 31 luglio 1994, al Sestriere. Ma la IAAF, la Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera, a partire dal 1998, ha deciso di considerare record mondiali assoluti tanto i tempi e le misure conseguiti all'aperto quanto quelli conseguiti in un impianto coperto, purchè rispondente a determinati canoni.