Mentre in molti stanno già uscendo per "festeggiare" anche questo sabato, Fede Pellegrini sta festeggiando davvero. E' noto infatti che poche ore fa abbia acciuffato il 3° oro consecutivo nella manifestazione continentale: è un record. Un record da festeggiare alla grande. Conquista il "podio dorato" nei 200 mt in stile libero agli Europei di Nuoto berlinesi.

E' letteralmente volata. Forse non ha visto neppure 1 ml di cloro della piscina regolamentare da 50 mt, visto che era talmente concentrata tanto da non controllare neppure chi, tra le rivali, la stesse seguendo.

Diventa Speedy Gonzales in soli 1'56"01 min., mangiandosi ogni vasca da 100 mt. Una gara così veloce che si chiude repentinamente. Così, quando ancora nell'acqua, avvolta da spruzzi di H2O, si toglie la cuffia bianca col logo tricolore dell'Italia, forse quasi nessuno si accorge di uno dei tanti suoi tatuaggi che fa capolino sulla sua nuca. O meglio: forse in pochi notano che è la mitica Fenice che si appoggia sulla sua pelle. E' stilizzata in nero: pare volare, tra un agitare di penne, verso l'orecchio sinistro.

Un tatuaggio che raffigura la leggendaria Araba Fenice

L'Araba Fenice - Bennu nel mondo egiziano- è un uccello leggendario, simile, come aspetto ed essere soprannaturale, al Senmurv - o Simiurg- persiano.

La credenza lo identifica come un uccello favoloso dell'Arabia.

La leggenda lo considera immortale perché, ogni 500 anni, era colto dalle fiamme dalle cui ceneri risorgeva. Considerato per questo sacro in Egitto, si bisbigliava avesse le sembianze di un airone, con perle d'incenso sulle zampe. Importantissime le fonti che sono antichissime: pare che una prima notizia risalga all'VIII Sec.

a. C. , raccolta nell'Esodo. Un'altra ancora, dopo circa 2 secoli, è narrata da Erodoto. Lo storico greco afferma che:

"Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poiché è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Heliopolis*) [...] Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso)"

Trascorsi i 500 anni di vita, sentendo che la sua morte sopraggiungeva, si ritirava in un luogo tutto per sé e si cimentava a costruire un nido: sulla cima di una quercia o di una palma.

Ecco che sull'albero, chiamato sacro, v'impilava l'una sull'altra erbe balsamiche tra le più pregiate e odorose, tra cui cannella, spigonardo e mirra, intrecciando così un nido come se fosse un ricamo. Vi si accovacciava, dunque, e aspettava che i raggi del sole bruciassero le fronde del nido, lasciandosi consumare dalle fiamme. Non era una morte estremamente tragica perché la fenice veniva avvolta dai profumi gradevoli di cannella e mirra. Risorgeva poi dalle proprie ceneri, come per incanto. Una piccola fenice prendeva vita, curiosa di spiccare il primo volo.

Il volo verso la finale: 2 veloci righe

E allora, Fede Pellegrini ci porta in volo, insieme alla sua Araba Fenice, verso una classifica rimssasi in sesto velocemente: siamo terzi. Domani la finale, a questo punto da non perdere.

* = in Egitto