In attesa di conoscere la squadra che si aggiudicherà la Coppa del Mondo 2015, analizziamo alcuni numeri della competizione.

I dati individuali

I dati, consultabili sul sito dell’evento, confermano individualmente quanto emerso a livello generale. L’emisfero Sud domina, piazzando un elemento ai vertici in quasi ogni fondamentale. Cominciamo dal capocannoniere del mondiale (per usare un termine calcistico) l’argentino Nicolas Sanchez con 89 punti. Score realizzato coi calci e con una meta. In fatto di mete, in vetta c’è l’australiano Julian Savea con otto marcature.

Sanchez in testa anche per i calci realizzati, a pari merito col sudafricano Handre Pollard con 19 piazzati. Lo specialista delle conversioni, calci con due punti aggiuntivi dopo una meta, è l’All Black Daniel Carter con 21 conversioni riuscite. Nel rugby non si vince solo con mete, piazzati e drop (sei finora, mai così pochi nella storia della Coppa del Mondo) ma anche con difesa, disciplina (concedere pochi calci di punizione o mischie) touche e palle rubate. Dominio sudafricano nei placcaggi vinti: oltre al primato di Lodewyk de Jager, citiamo il secondo posto di Schalk Burger rispettivamente con 74 e 68. L’argentino Santiago Cordero è l’uomo ad aver fatto più metri palla in mano, 454, uno in più di Ben Smith con Milner-Skudder (entrambi All Blacks) a 437.

All Blacks double face nella rimessa laterale: a tratti sono parsi incerti con il lancio a favore mentre hanno fatto meglio con l’ovale appannaggio degli avversari: Kieran Read ha rubato sei rimesse, una in più di Brodie Retallik e due in più di Dean Mumm. Bene nelle mischie l’australiano Pocock con 14 turnover vinti. L’ultima statistica individuale che citiamo è quella sugli offload, uno dei gesti più apprezzati.

In testa il fijano Leone Nakarawa e il neozelandese Sonny Bill Williams con dieci. Va ricordato che nelle rispettive finali, argentini, sudafricani, neozelandesi e australiani potranno modificare le loro statistiche.

Le statistiche di squadra

Stesso discorso per quelle di squadra, con la Nuova Zelanda in testa per punti realizzati (256) e mete (36) in entrambi i casi davanti all’Argentina, seconda anche per il numero di punizioni segnate dove il Sud Africa guida a quota 21 coi Pumas a 20.

Sud Africa che ha realizzato due dei sei drop messi a segno con gli altri realizzati da Argentina, All Blacks, Inghilterra e Galles. Springboks re nelle touche: ben 74 volte hanno vinto la battaglia aerea, mentre la Nuova Zelanda si è ben comportata nel rubare le rimesse laterali, avendolo fatto 14 volte. Nelle mischie, Galles avanti con 48 turnover, tre in più degli All Blacks. Australia leader per i placcaggi (726) davanti a Sud Africa e Scozia mentre l’Argentina è la squadra con più metri palla in mano (3854) e quella che ha fatto più offload sia nell’arco della singola partita che nel totale, 62. Male in fatto di disciplina la Namibia con sei cartellini gialli (due in più di Argentina, Australia, All Blacks e Romania) e solo l’Uruguay ha ricevuto un rosso (Ornaechea).

Habana e Mitchell per staccare Lomu

Sabato avremo statistiche definitive e leggeremo con dati certi anche quelle all time della Coppa del Mondo: se i primati di Johnny Wilkinson (al piede) e Jonah Lomu (metri percorsi) sono inattaccabili (come quello degli All Blacks, squadra più prolifica con 2268 punti e 308 mete) lo è meno quello delle mete realizzate da un giocatore: in vetta Bryan Habana (Sud Africa) affianca Lomu a 15, una in più dell’australiano Mitchell.