C'era una volta il duello USA-URSS, la guerra fredda sulle piste o le pedane di atletica leggera. C'era una volta anche lo strapotere in campo femminile della Germania dell'Est con quelle atlete che, ad essere sinceri, di femminile avevano davvero poco: la storia dirà poi la verità sulle medaglie della DDR svelando al mondo il primo caso di "doping di Stato". La regina degli sport attesta anche alle Olimpiadi di Rio la presenza forte degli atleti statunitensi nel medagliere: ad oggi, 17 agosto 2016, sono 13 le medaglie USA ma soltanto 3 sono del metallo più prezioso (oltre a 3 argenti e 5 bronzi).

La nazione che in questo momento ha collezionato più titoli olimpici è il Kenya che si conferma padrone del fondo e del mezzofondo, sono 4 gli ori kenyoti e sommati a 3 argenti ed un bronzo fanno un totale di 8 medaglie. La Giamaica in questo momento ha lo stesso numero di titoli degli statunitensi, 3, e sommati ad altri 2 bronzi si arriva a 5 complessive.

Kipruto, nuovo record olimpico

L'ultimo oro finito al collo di un mezzofondista kenyoto è di poche ore fa. Conseslus Kipruto ha vinto i 3.000 siepi ed ha stabilito il nuovo primato olimpico con il tempo di 8'04"28. Al secondo posto lo statunitense Evan Jager, al terzo l'altro kenyota Ezekiel Kemboi. Qualche ora prima era arrivato il titolo di Faith Chepngetich Kipyegon nei 1.500 metri femminili con il tempo di 4'08"92, davanti all'etiope Genzebe Dibaba ed alla statunitense Jennifer Simpson.

Kipruto e la Kipyegon sono in buona compagnia nel medagliere: hanno avuto la soddisfazione dell'oro anche i connazionali David Rudisha negli 800 metri e Jemina Sumgong nella maratona femminile.

Nuovi titoli per Giamaica e Stati Uniti

La giornata di ieri era stata caratterizzata da un nuovo duello olimpico tra Stati Uniti e Giamaica.

Gli atleti a stelle e strisce hanno dominato la gara del salto triplo, con Christian Taylor che ha raggiunto la misura di 17.86 metri sopravanzando di dieci centimentri il connazionale Will Claye. Bronzo al cinese Dong Bin che si è fermato a 17.58. La risposta giamaicana è ovviamente arrivata nella velocità: Omar McLeod, talento emergente che quest'anno si è laureato campione mondiale indoor sulla distanza dei 60 metri ad ostacoli, ha infatti vinto la gara dei 110 ostacoli con il tempo di 13"05.

Dietro di lui lo spagnolo Orlando Ortega, terzo il francese Dimitri Bascou. Ad onor di cronaca, bisogna sottolineare che questa gara contava due grandi assenti: il primo è Aries Merritt, campione olimpico di Londra 2012 che incredibilmente non è riuscito a passare i trials statunitensi. Il secondo è Sergeij Shubenkov, vittima della squalifica di massa per il presunto "doping di Stato" che ha travolto l'atletica russa.

Gli ori di Croazia e Canada

Nel medagliere olimpico dell'atletica leggera di Rio 2016 entrano anche altre due nazioni. La prima è la Croazia la cui portacolori Sandra Perkovic ha vinto con la misura di 69.21 metri la gara femminile di lancio del disco. L'argento è andato alla francese Melina Robert-Michon mentre sul gradino più basso del podio è salita la cubana Denia Caballero.

Nessuna sorpresa nel salto in alto maschile dove a vincere il titolo è stato il canadese Derek Drouin, terzo quattro anni fa a Londra e campione mondiale in carica, che ha raggiunto la misura di 2.38 metri. In classifica ha preceduto di 2 centimentri il quatariota Mutaz Essa Barshim e di 5 centimentri l'ucraino Bohdan Bondarenko.