Un accordo proibito. Così, senza troppi giri di parole come suo stile, Mario Cipollini spiega cosa è mancato a Vincenzo Nibali per poter vincere le Olimpiadi. Come tutti gli appassionati ricordano, il sogno dell’oro olimpico per il campione siciliano è svanito con una caduta durante la discesa finale, mentre era al comando insieme a Sergio Henao e Rafal Majka. Secondo Cipollini il capitano azzurro avrebbe dovuto comprare la collaborazione di Henao a suon di migliaia di euro.

Cipollini, 100.000 euro per vincere le Olimpiadi

Dalle pagine de L’Equipe Mario Cipollini ha parlato a tutto campo, come sempre in maniera diretta e con prese di posizione in grado di spaccare l'opinione pubblica.

Cipollini ha parlato dei Mondiali in Qatar, ricordando un vecchio episodio dell’edizione iridata da lui vinta ed incastrandolo nella realtà odierna. L’ex iridato ha offerto una visione molto personale su quanto successo a Vincenzo Nibali alle Olimpiadi e su come avrebbe dovuto gestire il finale di corsa il capitano della nazionale azzurra.

Nibali aveva cercato di andarsene in salita, ma al suo forcing avevano resistito il colombiano Sergio Henao e il polacco Rafal Majka. Il campione siciliano aveva continuato ad attaccare in discesa, costringendo Majka a perdere qualche decina di metri, ma in una curva a sinistra era finito per terra insieme a Henao. Cipollini non ha dato la colpa alla sfortuna, ma ha dato a Nibali la responsabilità di non aver neutralizzato le velleità dei compagni d’avventura con un accordo proibito: “Se ha vinto Van Avermaet è perché Nibali non ha saputo gestire la corsa quando si è trovato con Majka e Henao” è l’opinione di Cipollini, che non si riferisce certo a scatti e volate sbagliate “Sarebbe bastato offrire 100.000 euro a Henao per occuparsi di Majka e l’affare sarebbe stato fatto.

Henao è solo un gregario, per lui non avrebbe cambiato nulla vincere le Olimpiadi”.

L’accordo proibito di Zolder

L’opinione di Cipollini affonda le radici in un Ciclismo più sanguigno, vecchio di almeno una generazione, quando scorciatoie, accordi e giochi nascosti, al limite del lecito, erano all’ordine del giorno. E al proposito Cipollini ha tirato fuori un aneddoto che la dice lunga su quanto la pratica fosse diffusa ai suoi tempi.

“Questi accordi sono sempre esistiti” ha continuato Cipollini “Ai Mondiali di Zolder, quando ho vinto, abbiamo parlato di soldi con una squadra che non aveva più niente da chiedere alla corsa e gli abbiamo dato un buon motivo per esserci. Se avesse fatto così, Nibali sarebbe tornato in Italia con la medaglia d’oro ed avrebbe riguadagnato molto più di quei 100.000 euro”.