Cinquanta milioni di dollari per il nuovo combattimento del secolo. Il rilancio di Deontay Wilder per affrontare Anthony Joshua, a patto che il match per la riunificazione del titolo dei pesi massimi si faccia negli Stati Uniti (probabilmente a Las Vegas) tra settembre e dicembre e che i diritti TV vengano ceduti ad un'emittente americana. Sulla 'torta' ovviamente bisogna ancora accordarsi, nell'offerta non viene specificata la divisione della borsa, c'è comunque l'opportunità che i ricavi aumentino in base ai proventi pubblicitari e televisivi.

Inoltre entrambi i pugili non dovranno affrontare altri incontri prima del confronto diretto. Wilder è andato oltre, ha pubblicato un video su Twitter sostenendo che il rivale ha accettato l'offerta.

Ma Eddie Hearn frena. Il promoter di Joshua si dichiara perplesso anche se conferma tanto la mail che Wilder ha inviato al suo pugile, quanto l'intenzione di trattare con la controparte.

Hearn si trova a New York per incontrare lo staff del campione WBC.

Eddie Hearn incontrerà a breve lo staff di Joshua

Hearn vuol "vedere i soldi" prima di accettare. In un'intervista successiva al video di Wilder, ha affermato che "questa offerta sembra tanto una manovra pubblicitaria, ma sono comunque interessati ad organizzare il match.

Non ho escluso che siano loro a scegliere la data ed il luogo del combattimento”, ha aggiunto il noto promoter britannico che ha confermato un incontro a breve con Shelly Finkel, uno dei promoter di Wilder. Quest'ultimo, intervistato da ESPN, ha confermato la presenza dell'offerta di 50 milioni di dollari ed ha smentito la clausola di una rivincita che era stata ventilata nei giorni scorsi.

"Sarà il prossimo combattimento, sia di Deontay che di Joshua, si terrà tra settembre e dicembre in una location decisa da noi". Per Eddie Hearn si tratta di "una bella mossa da parte di Deontay che così fa dire a tutti che il combattimento deve svolgersi adesso. Da parte nostra - ha detto ancora - l'intenzione è quella di combattere nel Regno Unito, ma se ci sono abbastanza soldi per fare tutto altrove, allora ne possiamo parlare. Secondo me la sede ideale è nel Regno Unito o a Las Vegas".

'Prima i soldi'

Hearn ha inoltre riferito di aver già parlato con Joshua. "AJ conosce la situazione, ma entrambi vogliamo sapere se è reale. Da parte nostra confermo che c'è una grande possibilità che il combattimento si svolga, ma prima vogliamo vedere i soldi".

Oltretutto, lo staff di Joshua è costretto a premere sull'acceleratore, perché a breve una delle federazioni di cui il pugile britannico detiene la cintura potrebbe chiamare la difesa obbligatoria. Relativamente alla WBA, Alexandr Povetkin è lo sfidante obbligatorio e, stando a quanto dichiarato pochi giorni fa dallo staff del pugile russo, le trattative per questo combattimento sono già alle prime battute. Anzi, da Mosca si dicono convinti che Joshua vs Povetkin sarà in calendario nei prossimi mesi.

I nodi da sciogliere

Eddie Hearn punterà sicuramente a far disputare il combattimento che permetterebbe di avere un campione indiscusso dei pesi massimi, 18 anni dopo Lennox Lewis, nel Regno Unito.

Wilder punta a portare il match negli USA e questo è, senza dubbio, uno dei nodi da sciogliere al tavolo delle trattative. Oltre alla 'torta' dei diritti televisivi, lo staff di Joshua punta anche al grande incasso che solo gli stadi britannici possono consentire. Se il match si disputasse a Wembley, come aveva preventivato Hearn, ci sarebbero almeno 90.000 spettatori: il triplo di qualunque arena statunitense. Negli ultimi 12 mesi, Joshua ha disputato tre incontri negli stadi britannici ai quali hanno assistito complessivamente 248.000 persone. L'altro nodo riguarda la borsa: 50 milioni di dollari suonano certamente come una grossa cifra, ma è stato calcolato che il volume di affari complessivo che verrà generato dall'evento, tra borsa, incassi, introiti pubblicitari e diritti TV, potrebbe avvicinarsi alla cifra siderale di 400 milioni di dollari.

In ultimo, la clausola di una rivincita che lo stesso Hearn aveva suggerito qualche giorno addietro e che, quasi un mese fa, era stata prospettata da Wilder: inizialmente lo staff di Joshua aveva optato per Las Vegas, uno dei motivi per cui insisterà per fare il primo match a Wembley.