Marvin Hagler, 'il meraviglioso', un nome che per la boxe non ha assolutamente bisogno di presentazioni. Dominatore incontrastato tra i pesi medi negli anni '80 e campione indiscusso per sette anni, dal 1980 al 1987, è considerato tra i più grandi pugili di tutti i tempi. Alcuni suoi match sono entrati nella leggenda dello sport, in particolare quelli contro Roberto Duran del 1983 e contro Thomas Hearns del 1985, oppure l'ultimo, superbo, contro Sugar Ray Leonard che si concluse con la vittoria ai punti di quest'ultimo con un verdetto controverso.

Ad ogni modo, da quel match del 6 aprile 1987, Hagler non ha più voluto saperne di salire sul ring. Una decisione maturata "contro la politica che manovra lo sport" e che lo spinse anche a rifiutare borse milionarie per una rivincita con Leonard. Si è trasferito a Milano, in Italia, ha recitato in qualche pellicola cinematografica ed è stato commentatore tecnico di boxe per la TV britannica. Segue anche il calcio e si dichiara tifoso della Sampdoria. Nella giornata del 10 maggio 2018, l'ex campione mondiale dei pesi medi è stato a Napoli dove ha incontrato gli studenti della scuola "Sauro Pascoli" di Secondigliano. L'evento rientrava nell'ambito del progetto "Polisportiva Laures Napoli" che ha coinvolto quasi 300 giovani che vivono in zone disagiate del capoluogo campano.

Nel suo incontro con i ragazzi era accompagnato dal sindaco Luigi de Magistris, dall'assessore Borriello e dal pallanuotista Alex Georgetti.

Poca fiducia nei pugili di oggi

L'incontro con un uomo nato certamente in contesto familare non facile, che ha trovato nello sport motivo di riscatto, storia comune a molti pugili, è certamente calzante nell'ambito del progetto messo a punto dall'amministrazione comunale di Napoli. Ma, ovviamente, quando i giornalisti incrociano l'ex campione, è praticamente obbligatorio parlare di boxe, un mondo che il 'meraviglioso' Marvin ha lasciato oltre trent'anni fa. E negli ultimi trent'anni sono cambiate tante cose, sono cambiati innanzitutti i pugili secondo la sua visione.

"Rispetto ai miei tempi, oggi ci sono più possibilità per i giovani - ha detto Hagler - ma i pugili giovani, quelli di questa generazione, non hanno ancora compreso davvero cosa significa sacrificarsi". Non c'è alcun riferimento in particolare, è un commento generalizzato sulla boxe contemporanea e sul mondo dei giovani a 360 gradi, indipendentemente dal settore e dalla disciplina. "I ragazzi oggi dovrebbero impegnarsi e sacrificarsi di più, dovrebbero mettere il cuore in ciò che fanno e poi godere delle soddisfazioni che, ribadisco, oggi arrivano in maniera maggiore e più semplice rispetto a quando ero giovane io".