Continua a far discutere l'esito del Gran Premio d'Australia, primo appuntamento della stagione 2019 di Formula 1. Su tutti, oltre ad aver impressionato la vittoria di Valtteri Bottas che ha dato ben 20 secondi di distacco al ben più titolato compagno di squadra Lewis Hamilton, ha destato scalpore (e un pizzico di preoccupazione) la prestazione piuttosto spenta delle due Ferrari. Sebastian Vettel e Charles Leclerc, infatti, non sono riusciti ad andare oltre il 4° e 5° posto, non riuscendo mai a lottare ad armi pari con la Mercedes, e piazzandosi anche alle spalle della Red Bull-Honda di Max Verstappen (terzo alla bandiera a scacchi).

Se in quest'ultima settimana si sta cercando di essere piuttosto cauti nei giudizi, trattandosi della prima gara dell'anno e, per di più, su un circuito anomalo come quello dell'Albert Park di Melbourne, una voce fuori dal coro è giunta da Flavio Briatore. Quest'ultimo, infatti, raggiunto da Radio Capital ha dato ben poche speranze di rilancio alla scuderia di Maranello, affermando senza mezzi termini che rispetto allo scorso anno non c'è alcuna novità nei rapporti di forza in pista. In particolare, l'ex team manager della Renault ha affermato che, se da un lato il "cavallino rampante" non ha perso ulteriormente terreno dalle "frecce d'argento", dall'altro però "non ha recuperato".

Briatore: 'Se vai forte, lo fai dappertutto'

In merito alla riflessione secondo cui il tracciato australiano è piuttosto anomalo, e dunque sarà il caso di attendere il Gran Premio del Bahrain del 31 marzo per dare una valutazione più approfondita sul potenziale della Ferrari, Flavio Briatore è andato ancora una volta controcorrente, sentenziando: "Se vai forte, vai forte dappertutto".

A suo parere, pur riconoscendo la particolarità della pista di Melbourne, una monoposto in grado di vincere il titolo mondiale deve riuscire a primeggiare ovunque, come ad esempio ha fatto la Mercedes nella scorsa stagione, quando ha dimostrato di essere cresciuta anche sui tracciati più lenti e tortuosi, tallone d'Achille degli anni precedenti.

Siccome a Maranello già si starebbe iniziando ad aprire "il libro delle scuse", quest'aspetto per l'imprenditore piemontese è indice di una situazione già difficile di per sé nel team italiano. Soffermandosi sulla Mercedes, ha aggiunto che nessun team sembra essere riuscito a fare il salto di qualità per impensierire la scuderia tedesca che, a questo punto, è destinata a dominare anche in questa Formula 1. Di conseguenza, la sfida per il campionato del mondo potrebbe restringersi esclusivamente ad uno scontro interno tra Hamilton e Bottas.

Briatore ha dedicato l'ultimo passaggio della sua intervista a Radio Capital ad una valutazione generale sul mondo della Formula 1. L'ex team manager della Benetton ha lasciato intendere che ormai gran parte delle performance dipende dagli pneumatici, definendo il Circus di oggi "un campionato gomme, più che piloti".

A dimostrazione della sua tesi, il 69enne piemontese ha ricordato come oggi tutti, dai tifosi ai telecronisti, si basino sull'analisi delle coperture piuttosto che sulle gesta dei piloti o, per dirla con parole sue, dei "gladiatori".