Fabio Turchi picchia molto duro e non è una novità. Lo impara a sue spese anche il finlandese Sami Enbom che gli resiste meno di metà round, il primo, e poco più di un minuto. Per esattezza, ne sono bastati 1'14" al pugile toscano per piegare l'avversario e mettere dunque le mani sul titolo internazionale WBC dei pesi massimi leggeri. Apripista per il mondiale? Questo si vedrà in seguito, quando i vertici mondiali dei cruiser saranno maggiormente delineati nei prossimi mesi. Il re indiscusso, Oleksandr Usyk, sta tentando l'avventura tra i massimi e, dunque, in un futuro prossimo potrebbe anche decidere di mollare il suo attuale regno.

Un montante al fegato e cala il sipario

La riunione organizzata in collaborazione tra la potente Matchroom Boxing di Eddie Hearn e la OpiSince 1982 è un successo, lo scopo è quello di riavvincinare il pubblico italiano alla grande boxe e la missione per il momento è positiva. Naturalmente c'è l'obiettivo di valorizzare i pugili di casa nostra e Fabio in tal senso è il fiore all'occhiello. E poi combatteva praticamente a casa, nella sua Firenze, in un Tuscany Hall assolutamente gremito. Nella boxe, si sa, gli show possono essere talvolta molto brevi e quello di Turchi è durato appena 74". Dopo una brevissima fase di studio, l'italiano si è fatto strada con un montante sinistro al fegato che ha piegato Ebomb, finito in ginocchio e letteralmente senza fiato: così è rimasto fino al 10 dell'arbitro.

Tutto troppo facile, velocissimo il 13° successo per k.o su 17 match tutti vinti per Fabio che veste dunque la cintura internazionale WBC ed entra tra i primi 15 pugili del ranking della federazione. Per il mondiale, come accennavamo, bisognerà sicuramente aspettare, ma Turchi potrebbe giocarsi le sue chances, specie se l'invincibile ucraino che detiene tutte le cinture decide a tutti gli effetti di diventare un peso massimo.

Gli altri combattimenti: 'verdetto casalingo' per Fiordigiglio

Ben più problematico il match valido per la cintura internazionale WBC dei superwelter che vedeva sul ring Orlando Fiordigiglio.

Opposto al combattivo Stephen Danyio, il pugile toscano di origini campane è partito molto aggressivo conquistando le prime riprese, ma ha poi subito alla lunga lo stile per nulla ordinato, ma sicuramente veemente dell'olandese. Danyo che ha pure ricevuto un punto di penalizzazione per una testata, ma che ha attaccato per buona parte del match. Nel finale, l'italiano ha riguadagnato il centro del ring ed anche qualche punto, ma il verdetto è sinceramente discutibile e fin troppo 'casalingo'. Tre punti a favore sui cartellini di due giudici non c'erano ed un verdetto di parità avrebbe certamente fotografato il match, ad ogni modo Fiordigiglio veste la cintura ed inizia anche lui ad accarezzare una chance mondiale: magari contro Jarrett Hurd, attuale detentore di 3 cinture.

Netto e convincente, invece, il successo di Alessandro Riguccini che conquista la cintura silver WBC ad interim dei welter battendo per k.o alla prima ripresa Ivan Alvarez. Riguccini che, come noto, vive e boxa in Messico, tornava ad incrociare i guantoni in Italia dopo sette anni.