Il mondo del Ciclismo è nuovamente sotto shock per l’ennesima tragedia, un incidente mortale che ha portato via Bjorg Lambrecht facendo tornare la mente a Wouter Weylandt, Andrei Kivilev, Fabio Casartelli e i tanti altri ragazzi scomparsi mentre inseguivano i propri sogni in sella ad una bicicletta. Lambrecht è caduto ieri nella terza tappa del Giro di Polonia ed è morto qualche ora dopo in ospedale mentre i medici cercavano disperatamente di salvargli la vita. Il giovane belga era uno dei grandi talenti della nuova generazione, un ragazzo di appena 22 anni, alla seconda stagione da professionista con già un argento ai Mondiali under 23 e un quarto posto all’ultima Freccia Vallone a misurarne il valore tecnico.

Formolo: ‘Nessuno sapeva nulla’

L’incidente mortale a Bjorg Lambrecht è avvenuto nella terza tappa del Giro di Polonia, circa 40 km dopo la partenza. Le dinamiche della caduta non sono ancora chiare. Le strade erano bagnate e scivolose per la pioggia caduta in precedenza, ma è possibile che tutto sia stato generato anche da un malessere del corridore. Lambrecht sarebbe stato nelle ultime posizioni del gruppo finendo poi per cadere in un fosso. Il 22enne della Lotto Soudal è stato subito soccorso, ma le sue condizioni sono apparse immediatamente disperate. Il ragazzo è stato rianimato sul posto e poi trasportato in ambulanza all’ospedale di Rybnik dove è morto quando i suoi compagni avevano da poco concluso la tappa.

Il campione d’Italia Davide Formolo, anche lui impegnato al Giro di Polonia, ha dichiarato che nessuno in gruppo è stato informato di quello che stava succedendo e che le prime notizie sono arrivate al termine della corsa. “In gruppo nessuno sapeva nulla, nemmeno dell’incidente, ce l’hanno detto a tappa finita” - ha raccontato il corridore della Bora aggiungendo che “le strade erano bagnate e qui l’asfalto diventa una saponetta.

Siamo tutti scossi da questa tragedia”.

‘Come non ci fosse un domani’

Dopo aver espresso il suo shock per la morte del giovane collega, Formolo ha parlato duramente del comportamento che impera in mezzo al gruppo: una ricerca del rischio spesso fine a se stessa e dagli esiti potenzialmente tragici. “Magari è una tragica fatalità, però ci prendiamo tutti troppi rischi.

In gruppo non si tirano mai i freni. Come se non ci fosse un domani, come se ogni millimetro guadagnato fosse decisivo” - ha dichiarato il corridore veneto augurandosi che questa tragica giornata “serva da lezione a tutti perché ogni momento in gruppo ci giochiamo la vita. Senza rispetto”.

Scosso dal tragico incidente di Lambrecht il Giro di Polonia è ripartito oggi neutralizzando la quarta tappa. I corridori hanno pedalato insieme, lasciando poi i compagni dello sfortunato belga davanti al gruppo nel finale. Al traguardo, sotto uno striscione con il nome di Bjorg Lambrecht, un breve e toccante momento di raccoglimento ha riunito corridori, staff, organizzatori della corsa e semplici spettatori.