La NextGen della velocità è già pronta a raccogliere il trono lasciato vacante da Usain Bolt. I Mondiali di atletica leggera in programma a Doha, in Qatar, dal 27 settembre al 6 ottobre prossimi potrebbero consacrare definitivamente il talento e la forza di due giovani velocisti statunitensi: Christian Coleman e Noah Lyles. Non sappiamo ancora se le due 'palle di cannone' si confronteranno sulla stessa specialità, ad oggi sembra più probabile che Coleman faccia i 100 metri mentre Lyles si cimenti con i 200. Ma a livello nazionale il dualismo tra i due sembra già evidente.

Coleman, il predestinato

Che il 23enne Christian Coleman sia un predestinato è risultato evidente due anni fa a Londra, in occasione dei Mondiali 2017. La finale dei 100 metri che aspettava solo di confermare il predominio di Bolt venne vinta a sorpresa da Justin Gatlin con il giovane velocista di Atlanta medaglia d'argento con il tempo di 9"94 davanti al fulmine giamaicano. Pochi mesi prima aveva fatto segnare il tempo di 9"82, miglior prestazione dell'anno. Nel 2018 a Bruxelles ha corso i 100 metri in 9"79, il suo miglior personale ed anche il settimo 'all times' al pari di Maurice Green (1999). In questo 2019 ha già fatto segnare il miglior tempo stagionale, lo scorso 30 giugno a Palo Alto, facendo fermare il cronometro sul 9"81.

Nelle scorse settimane, però, il suo nome è stato al centro di caso per fortuna rientrato: il Daily Mail, infatti, aveva dato notizia che il giovane velocista avrebbe saltato tre controlli antidoping consecutivi nell'arco di un anno, ma venne poi chiarito che Coleman in verità non aveva compilato correttamente i whereabouts information, documenti con cui gli atleti sono obbligati a comunicare la loro reperibilità giornaliera per eseguire eventuali test antidoping.

Ciò sarebbe accaduto tre volte, ma non nell'arco dello stesso anno solare: nell'aprile dell'anno scorso e nel gennaio e nel mese di aprile dell'anno corrente. Tre violazioni in tal senso, contestate in un solo anno gli avrebbero comportato due anni di squalifica con il rischio di saltare non solo i Mondiali di Doha, ma anche i Giochi Olimpici di Tokyo del 2020.

Procedimento archiviato visto che i fatti contestati hanno abbracciato un periodo superiore ai 12 mesi.

Lyles ha già battuto due record di Bolt

Se Coleman ha avuto la soddisfazione di battere Bolt in pista, per Noah Lyles il confronto con il 'fulmine' è stato indiretto, ma vincente. Lo scorso 5 luglio, a Losanna, il 22enne di Gainesville (Florida) ha corso i 200 metri in 19"50 che rappresenta l'ottava miglior prestazione di sempre sul mezzo giro di pista ed a conti fatti il giovane talento è il quarto ad aver corso la specialità entro questo tempo dopo Bolt, Yohan Blake e Michael Johnson. Il precedente primato del meeting di Losanna era per l'appunto il 19"59 di Usain Bolt. Poco più di un mese dopo a Parigi ha tolto al primatista mondiale dei 100 e 200 metri anche il record della Diamond League, vincendo con il tempo di 19"65 e migliorando, pertanto, il precedente primato di 19"73.

Un altro grande predestinato, fortissimo su ambedue le specialità veloci visto che è suo il secondo miglior tempo stagionale sui 100, 9"86 ottenuto a Shangai il 18 maggio scorso battendo proprio Coleman. In questa stagione ha già corso cinque volte i 200 sotto i 19"80, numeri 'disumani' se consideriamo che nemmeno lo stesso Bolt era arrivato a tanto.

Il team USA

Difficile che i due fenomeni si 'pestino' i piedi a Doha, più probabile vedere Coleman ai blocchi dei 100 metri e Lyles a quelli del mezzo giro di pista. Due titoli mondiali garantiti? A meno di clamorose sorprese dovrebbe essere così, quanto al primato del mondo che Bolt detiene in entrambe le specialità più veloci dell'atletica, 9"58 quello dei 100 e 19"19 quello dei 200, sembrano ancora lontani ma non troppo se consideriamo la giovane età dei due corridori e gli ampi margini di crescita.

Ma tutto il Team USA è composto da fenomeni: gli atleti convocati sono 141, tra questi 55 hanno già disputato almeno un'edizione dei Giochi Olimpici con 26 che sono andati a medaglia e ben 13 (dunque la metà) sono saliti sul gradino più alto del podio. Relativamente ai Campionati del Mondo, sono 78 su 141 coloro che vi hanno già preso parte per un totale di 65 a medaglia.