Sembrava ormai in mano a Matteo Trentin la vittoria ai Mondiali di Ciclismo, quella maglia iridata che manca agli azzurri da undici anni. Invece l’urlo di gioia si è strozzato in gola ad un centinaio di metri dall’arrivo, quando il capitano dell’Italia è stato sorpassato a doppia velocità dalla sorpresa Mads Pedersen. La corsa dei professionisti che ha chiuso la settimana iridata si è risolta in una gara ad eliminazione in cui molti dei favoriti, dai belgi a Alaphilippe, hanno profondamente deluso. A rompere la corsa è stato un attacco di Mathieu Van der Poel.

Il campione olandese ha lanciato la fuga decisiva, ma è poi crollato nell’ultimo giro.

Mondiali, subito fuori Gilbert e Valverde

La corsa dei professionisti dei Mondiali di ciclismo è andata in scena su un percorso leggermente accorciato per via del maltempo che ha imperversato per tutta la giornata, con pioggia e freddo. Il meteo inclemente ha reso molto dura la corsa, che ha visto staccarsi i corridori per sfinimento più che per le azioni d’attacco degli avversari. Già nelle fasi centrali si è arreso il campione in carica Alejandro Valverde, ma soprattutto il Belgio ha innescato una serie di situazioni negative che hanno portato la squadra potenzialmente più forte a dover correre sempre sulla difensiva.

Gilbert è rimasto coinvolto in una caduta ed è stato atteso da Evenepoel. I due non sono però più riusciti a rientrare, complice una tirata dei compagni di squadra davvero incomprensibile.

Van der Poel rompe l’equilibrio

A poco più di 60 km dall’arrivo la corsa è entrata davvero nel vivo con un primo attacco di Lawson Craddock e Stefan Kung.

Francia, Olanda e Belgio hanno cercato di tenere alto il ritmo del gruppo, sempre più ridotto. La corsa è però sfuggita di mano ai belgi quando sono partiti all’attacco Mads Pedersen e Mike Teunissen, seguiti poi anche da Gianni Moscon. Prima Naesen e poi anche Teuns e Wellens sono stati costretti a consumare tutte le proprie energie per organizzare la rincorsa, ma Van Avermaet, ormai designato unico leader non ha concretizzato il lavoro dei compagni.

Quando a circa 30 km dall’arrivo Mathieu Van der Poel ha lanciato la stoccata che ha rotto definitivamente il gruppo solo Matteo Trentin ha avuto prontezza e gambe per replicare. Davanti si è così formato un quintetto con Van der Poel, Trentin, Moscon, Kung e Pedersen che ha raggiunto un buon accordo guadagnando subito lo spazio decisivo.

Trentin, un argento amaro

La Francia ha cercato disperatamente di riaprire la corsa, ma Alaphilippe non ha mai dato segnali convincenti, mentre Kristoff e Sagan non hanno potuto fare molto avendo squadre deboli ed essendo rimasti presto isolati. Il Belgio ha consumato anche Lampaert, ma senza riuscire a recuperare il distacco ormai sul minuto.

L’ultimo giro è così iniziato facendo immaginare un testa a testa tra Van der Poel e Trentin per la maglia iridata, ma il finale ha riservato un colpo di scena dietro l’altro.

Il fuoriclasse olandese si è improvvisamente spento, forse per una crisi di fame, ed è stato in breve riassorbito e staccato dal gruppo inseguitore.

Su uno degli ultimi strappetti il forcing di un sorprendente Kung ha eliminato Moscon, preziosissimo e generoso nel suo lavoro ma non al top della forma. Trentin è così rimasto con due soli avversari, Kung e Pedersen, sulla carta ampiamente alla sua portata. L’Italia ha accarezzato il sogno della maglia iridata, ma il finale è stato amarissimo. Trentin è partito nella sua volata ai duecento metri finali, ma si è presto seduto senza forze, mentre Mads Pedersen lo ha sorpassato a doppia velocità andando a vincere quasi per distacco.

Un successo perentorio che non lascia possibilità di repliche quello del giovane danese, ma dal sapore amaro della sconfitta più cocente per Trentin, che ha probabilmente perso l’occasione della vita. Kung ha conquistato un insperato terzo posto in un podio davvero difficile da pronosticare, mentre Moscon ha difeso il suo quarto. Sagan è uscito dal gruppo inseguitore nel finale per cogliere la quinta piazza e dimostrando di avere una buona gamba in una corsa che non si è messa nel modo giusto per lui. Poca cosa invece Van Avermaet e Alaphilippe e le rispettive nazionali, che hanno subito la corsa senza esserne protagonisti.