Tra i tanti campioni in corsa nel Lombardia che ha chiuso la stagione europea del World Tour è spuntato un po’ a sorpresa ma con pieno merito Bauke Mollema. L’olandese della Trek Segafredo è evaso dal gruppo dei migliori sulla salita di Civiglio, approfittando del marcamento reciproco tra i principali favoriti. Dopo aver fatto lavorare la squadra Roglic è rimasto a lungo passivo, favorendo così l’azione di Mollema. I tentativi di rimonta dello stesso sloveno e poi di Valverde sono stati tardivi e così il corridore olandese ha sfilato indisturbato sul lungolago di Como conquistando la sua prima classica monumento.
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Lombardia, Masnada primo sul Ghisallo
Il Lombardia, l’ultimo appuntamento storico per la stagione 2019 del Ciclismo professionistico, è andato in scena in una giornata più primaverile che autunnale, favorendo un’andatura veloce e una selezione minore rispetto al passato. Davanti si è subito formata una fuga da cui è poi evaso sul Ghisallo Fausto Masnada. Il bergamasco è transitato per primo sulla più leggendaria salita della corsa, ma è stato subito dopo raggiunto da Skujins.
Il gruppo è stato tirato a lungo dalla Ineos di Egan Bernal, sulla falsariga di quanto visto al Gran Piemonte, ma con il passare dei chilometri la situazione è cambiata con una Jumbo Visma sempre più presente e pronta ad assumersi il ruolo di punto di riferimento della corsa.
Dal gruppo è poi evaso Bob Jungels: il lussemburghese si è riportato su Masnada e Skujins ma il Muro di Sormano con le sue terribili rampe oltre il 20% ha rimescolato le carte. Rafal Majka e poi Giulio Ciccone hanno forzato l’andatura riuscendo ad avvantaggiarsi con una decina di corridori, ma i favoriti non si sono fatti sorprendere e allo scollinamento si sono raggruppati una trentina di uomini.
Roglic attende, Mollema ne approfitta
Dopo la pericolosa discesa dal Muro il tratto di saliscendi lungo il lago di Como ha dato l’opportunità a Wellens e Buchmann di provare un’azione a sorpresa. La Jumbo Visma di Roglic ha però reagito rimettendo nel mirino i due attaccanti all’imbocco della salita di Civiglio e facendo immaginare un attacco del capitano.
Nibali si è quasi subito staccato e davanti è stato Alejandro Valverde ad imporre il primo affondo veramente cattivo. I migliori si sono però ricompattati e approfittando di un rallentamento Bauke Mollema è partito all’attacco. Roglic si è disinteressato, rimanendo passivo per tutta la salita, un atteggiamento sorprendente visto lo sforzo profuso in precedenza dalla squadra e il suo ruolo di favorito. Il più aggressivo è stato Latour, ma gli scomposti scatti del francese non sono stati particolarmente incisivi e così Mollema ha iniziato a mettere da parte una quarantina di secondi.
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Roglic ha poi capito di aver lasciato troppo spazio all’olandese e nel breve piano prima dell’ultima salita di San Fermo ha provato ad uscire dal gruppo tutto solo.
Dopo lo sforzo violento però il corridore sloveno non ha trovato il passo migliore sulla salita e gli altri attacchi di Valverde, Woods e Bernal hanno annullato la sua azione. Mollema ha perso secondi ma ha gestito con esperienza il vantaggio acquisito in precedenza ed anche l’ultimo tentativo di Valverde nella discesa finale verso Como è andato a vuoto.
L’olandese della Trek ha così conquistato la vittoria, la prima e insperata in una classica monumento, con Valverde che si è dovuto accontentare del secondo posto davanti a Bernal e Fuglsang, con Woods, Haig e Roglic poco più dietro. Da segnalare che nessun italiano ha concluso tra i primi dieci, un risultato negativo che non si verificava dal lontano 1990.