Ora possiamo dirlo con certezza: Matteo Berrettini è il terzo italiano della storia a disputare le Atp Finals ed il quinto assoluto contando anche il doppio. Una lunga corsa quella del 23enne romano, fatta di calcoli, risultati ipotetici, obiettivi, occasioni perse o guadagnate. Parigi-Bercy, l'ultimo Masters 1000 di stagione prima dell'appuntamento londinese, è stato una sorta di thriller sportivo: il timore che Matteo potesse subire la beffa sul filo di lana è stato tangibile nel momento in cui è uscito precocemente di scena sotto i colpi di Tsonga e, nel contempo, Monfils è andato avanti nel torneo.

Berrettini era virtualmente in campo ieri sera nel match che ha opposto il francese a Denis Shapovalov, ma alla fine riteniamo non sia stata una sofferenza alla luce del successo netto del canadese che ha spazzato via le velleità dell'unico ostacolo di Berrettini verso le Finals. Oggi finalmente Matteo può parlare di Londra, dopo aver tenuto alto il livello di cautela nelle scorse settimane. Nella sua intervista all'ufficio stampa dell'Atp manifesta la sua soddisfazione ed ammette che fino ad un paio di mesi fa la possibilità di giocare le Finals non era minimamente nei suoi pensieri.

'Ci prepariamo per il gran finale'

Sembra passato un secolo dallo scorso torneo di Wimbledon, quando Berrettini si apprestava ad affrontare Roger Federer ed era come un bimbo goloso dinanzi ad un negozio di dolciumi.

Sono trascorsi quattro mesi in realtà, ma Berrettini è cresciuto tanto dal punto di vista tecnico ed ha anche acquisito sicurezza dopo le prestazioni degli ultimi mesi, in particolare il suo fantastico cammino ai US Open. "Sono felice di essere tra i primo otto a Londra e sinceramente due mesi fa non avrei mai pensato di potermi qualificare.

Per me è una soddisfazione ed un premio per il grande lavoro fatto dal mio team, ma anche dalla mia famiglia e da me stesso in questa stagione. Ora ci prepariamo per il gran finale, siamo pronti".

Il 2019 di Berrettini

Matteo Berrettini arriva tra i primi otto della Race to London con il fiore all'occhiello di aver raggiunto da poco la Top 10 del ranking Atp.

Un'ascesa quasi inarrestabile se consideriamo che l'11 marzo scorso era numero 57 del mondo ed oggi è al numero 9. Nel corso della stagione, per la prima volta, ha vinto oltre 40 partite: spiccano certamente le vittorie contro Dominic Thiem e Roberto Bautista-Agut, due Top 10, arrivate entrambe al Masters di Shanghai. Nel corso della stagione ha vinto due titoli entrambi 250, a Budapest sulla terra rossa battendo in finale Filip Krajinovic e sull'erba di Stoccarda contro Felix Auger-Aliassime. Era giunto in finale anche a Monaco di Baviera, ma è stato sconfitto all'ultimo atto da Christian Garin. Quest'anno ha vinto anche il Challenger di Phoenix battendo in finale Mikhail Kukushkin. Il suo risultato più prestigioso, però, restano le semifinali ai US Open dove a sbarrargli la strada è stato il futuro vincitore del torneo, Rafa Nadal.

Era dal 1977 che un italiano non si qualificava per le semifinali di Flushing Meadows, l'ultimo era stato Corrado Barazzutti. Il citato Barazzutti, Adriano Panatta e Marco Cecchinato sono stati gli unici italiani, prima di Berrettini, a raggiungere le semifinali di uno Slam. Per quanto riguarda le Finals, come più volte ricordato Matteo è il terzo italiano di sempre a giocare il torneo di singolare, dopo Panatta nel 1975 e Barazzutti nel 1978. Simone Bolelli e Fabio Fognini sono stati invece gli ultimi in ordine di tempo, ma in doppio nel 2015.