L’immagine della crisi improvvisa di Mathieu Van der Poel nel finale dei Mondiali in Yorkshire resta uno dei momenti simbolo della stagione 2019 di ciclismo.

Il fuoriclasse olandese sembrava lanciatissimo verso il titolo iridato dopo aver innescato la fuga decisiva ad una trentina di chilometri dal traguardo. All’inizio dell’ultimo giro però Van der Poel si fece clamorosamente da parte, messo in ginocchio da un crollo fisico tanto netto quanto fulmineo. Il capitano dell’Olanda fu ripreso e staccato in un batter d’occhio anche dal gruppo inseguitore, finendo la corsa nelle retrovie.

Vandeweghe: ‘Pensavo che avesse i crampi’

I Mondiali in Yorkshire sono state una delle pagine sportivamente più drammatiche della stagione del Ciclismo 2019. La corsa in linea dei professionisti si svolse sotto un incessante diluvio, rendendo la prova una vera gara ad eliminazione, una prova di resistenza alle intemperie. Il principale favorito della vigilia, il fenomeno olandese Mathieu Van der Poel, il campione in grado di vincere su strada, in mountain bike e nel ciclocross, aveva preso la corsa in mano attaccando a 30 km dall’arrivo formando un gruppetto comprendente anche Matteo Trentin, Mads Pedersen, Gianni Moscon e Stefan Kueng. Quando il più sembrava fatto il capitano dell'Olanda andò però in crisi nera all’inizio dell’ultimo giro, facendosi platealmente da parte e finendo la corsa tra gli ultimi, con oltre dieci minuti di ritardo.

Quello che determinò quell’uscita di scena così clamorosa è stato finalmente chiarito da un giornalista belga, Hans Vandewaghe, che ne ha parlato durante il programma radiofonico De Tribune. “All’inizio pensavo che avesse i crampi, ma alla fine si è scoperto che non era così. Aveva completamente esaurito le energie”, ha raccontato il giornalista.

‘I fratelli Roodhooft erano nel panico’

Mathieu Van der Poel pagò la sua inesperienza in quel Mondiale, gestendosi in maniera un po’ ingenua e superficiale. Il campione olandese, più avvezzo agli sforzi brevi e intensi del fuoristrada, non aveva mai gareggiato in una prova così lunga e difficile, resa ancora più estrema dalle condizioni climatiche.

Vandewaghe ha spiegato che il capitano dell’Olanda non volle alimentarsi e bere adeguatamente andando incontro ad una inevitabile crisi nel finale. “I fratelli Roodhoft erano nel panico a sei giri dalla fine” ha dichiarato il giornalista belga riferendosi al Team manager e al Direttore Sportivo di Van der Poel nella sua squadra di club, la Corendon Circus.

“Pensavano che non stava mangiando abbastanza e che dovevano fare qualcosa. Andarono a comprare degli Snickers per lui, erano sul bordo della strada e glieli offrirono, ma li rifiutò. Non ha più bevuto e mangiato negli ultimi sei giri e questo ovviamente gli è stato fatale. Alla fine è stata colpa sua”, ha spiegato Vandeweghe, dicendosi però convinto che questa batosta sia servita da lezione. “E’ intelligente e non gli succederà più, la chiamano esperienza”, ha chiosato il giornalista belga.