In un ciclismo ormai dominato dalla tecnologia e dalla scienza è arrivata una presa di posizione forte e coraggiosa che rompe gli schemi. La Vini Zabù KTM, la squadra capitanata da Giovanni Visconti, ha deciso di vietare ai propri corridori l’uso dei misuratori di potenza e dei cardiofrequenzimetri durante le corse, lasciandone libero l’utilizzo solo per gli allenamenti. Questi strumenti sono entrati nel ciclismo per monitorare i dati degli atleti, affinare la preparazione e la distribuzione delle energie, ma hanno finito per condizionare pesantemente lo svolgimento delle corse e contribuire ad appiattire lo spettacolo.
Ciclismo, Scinto: ‘In tanti erano ossessionati da quei valori’
Nel mondo del ciclismo si sono levate diverse voci a chiedere la messa al bando dei misuratori di potenza. Tra i più convinti oppositori ad un uso eccessivo della tecnologia durante lo svolgimento delle corse c’è senz’altro Alberto Contador, che ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia anche in contrapposizione al suo storico rivale Chris Froome e al modo di correre, così scientifico e rigoroso, portato nel ciclismo dalla Sky. Le richieste ai vertici dell’Uci di vietare i misuratori di potenza non hanno finora sortito nessun effetto, ma ora, un po’ a sorpresa, è una squadra a muoversi con coraggio su questo tema.
La Vini Zabù – KTM, la squadra del Team manager Angelo Citracca, ha deciso di vietare ai suoi corridori l’uso in gara dei misuratori di potenza ma anche dei cardiofrequenzimetri.
Il vulcanico Direttore Sportivo Luca Scinto ha spiegato che questa decisione è stata presa perché “in tanti erano ossessionati da quei valori e se ne facevano condizionare. Basta, voglio che corrano liberi” ha dichiarato il tecnico toscano.
2️⃣4️⃣ corridori - riders ➕
3️⃣ direttori sportivi - sports directors ➕
1️⃣ Team Manager ↩️
1️⃣ Team
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— Vini Zabú - KTM (@ViniZabuKTM) January 22, 2020
‘Non voglio dirigere automi’
Giovanni Visconti e i compagni della Vini Zabù – KTM potranno continuare ad usare i loro strumenti per allenarsi, ma non in gara, dove Scinto vuole ritrovare dei corridori in grado di capire sé stessi e la corsa con la propria esperienza e le sensazioni, senza diventare schiavi della tecnologia.
“Senza quegli affari sembra che non sia più possibile pedalare” ha dichiarato il Ds toscano. “Ma io non voglio dirigere degli automi, ma atleti che imparino ad ascoltare il corpo, a gestirsi. A capire i momenti senza necessariamente guardare dei dispositivi elettronici” ha aggiunto Scinto rammentando il parere positivo dato dal capitano Visconti a questa iniziativa.
La Vini Zabù – KTM, che ha ottenuto l’invito al Giro d’Italia, è prossima al debutto stagionale, che avverrà il 26 gennaio alla Vuelta San Juan, in Argentina. La prima corsa in Europa sarà invece la Challenge Maiorca che scatta il 30 gennaio.