Francesco Damiani, in una recente intervista concessa alla nostra testata, lo ha lodato augurandogli di arrivare ai vertici dei pesi massimi. Guido Vianello boxa e impara, lo ha fatto anche di recente nello sparring con Tyson Fury che rientrava nella preparazione del campione britannico al match con Deontay Wilder valido per il titolo mondiale WBC. Il suo ultimo combattimento lo ha disputato al Cosmopolitan di Las Vegas lo scorso 30 novembre dove ha battuto per ko alla prima ripresa Colby Madison. Si è trattato del suo sesto combattimento da professionista, finora li ha vinti tutti prima del limite.

Guido è decisamente più 'fortunato' di altri pugili italiani, sta avendo la possibilità di costruire la sua carriera negli Stati Uniti con un 'monumento' come Bob Arum e sta facendo esperienza in riunioni importanti ed in sessioni di sparring contro avversari di livello mondiale. Tornerà sul ring la prossima primavera, intanto continua ad allenarsi. Il 25enne pugile romano, soprannominato 'The Gladiator', ci ha concesso un'intervista esclusiva pochi giorno dopo il match mondiale che ha visto Tyson Fury tornare sul trono dei pesi massimi.

'Ho detto a Fury che sarà il mio eroe per tutta la vita'

Ciao Guido, direi di iniziare dal recente mondiale dei pesi massimi. La vittoria di Fury era tra i pronostici, ma sinceramente ti aspettavi un successo così schiacciante?

Mi aspettavo la vittoria di Fury ai punti mai avrei immaginato un risultato cosi schiacciante. Ero lì alla MGM Arena sabato sera, ho visto il temuto Wilder completamente annullato da un Fury perfetto sempre a centro ring.

Come ti trovi a fare sparring con Fury?

Ho l'onore di allenarmi con Fury da ormai un anno e devo dire che ogni sessione è un'esperienza indimenticabile.

Ho modo di imparare, oltre alle gesta tecniche anche l'impostazione mentale di un vero campione ed è proprio quello che ha fatto la differenza sabato sera. Tyson sapeva di vincere da prima e come ho detto a lui stesso sarà il mio eroe per tutta la mia vita.

Fury, Wilder, Joshua, senza dimenticare Usyk che ha dominato tra i massimi leggeri, ma anche un giovane in crescita come Daniel Dubois.

In una tua personale classifica, come li metteresti?

Questo è un periodo ricco per i pesi massimi, ma se devo fare una classifica la mia è 1) Fury, 2) Joshua, 3) Wilder, 4) Usyk. Per Dubois aspetto il match con il mio amico Joe Joyce. Sarà dura per entrambi, ma io sto con Joe e lo sosterrò nel training camp qui a Vegas questo mese.

'Devo crescere, non voglio regalare nemmeno un colpo al mio avversario'

Andiamo alla tua carriera, quando torni sul ring?

Tornerò fine marzo e disputerò il mio settimo match.

Dove ritieni di dover migliorare?

Sto crescendo molto e mi ritengo soddisfatto per l'impostazione tecnica dei miei colpi. Devo crescere e fare sempre più esperienza sul ring, non voglio regalare neanche un colpo all'avversario e per questo si stratta solo di avere pazienza e di lavorare sodo ogni giorno, principalmente in palestra.

In una recente intervista, Francesco Damiani ti ha fatto tanti complimenti sostenendo che devi solo fare la giusta esperienza e poi non hai nulla da invidiare a ragazzi come Fury e Joshua. Personalmente come la vedi?

Con il coach Damiani ci sentiamo spesso, con lui ho un bellissimo ricordo legato al torneo di qualificazione Olimpica dove vinsi l'oro. La nostra unione ha portato al massimo del risultato in quel lungo torneo. La vedo esattamente come ha detto lui: esperienza, duro lavoro e il giusto tempo mi renderanno migliore.

'Il pugilato italiano ha bisogno di grandi eventi'

Ritieni che una tua carriera di successo negli USA possa rilanciare l'attenzione per la Boxe anche in Italia che è decisamente ai minimi storici?

Il pugilato italiano ha bisogno di vedere eventi come quelli che sto vedendo io qui.

Solo in questo modo puoi iniziare a sognare. Sono sicuro che con il mio percorso e il sostegno di un promoter come la Top Rank Boxing il pugilato possa tornare veramente nel nostro Paese.

In una passata intervista hai detto che il tuo sogno è un mondiale dei pesi massimi in Italia, con te sul ring e magari in uno stadio. Con quale dei campioni attuali vorresti riempire, ad esempio, lo stadio Olimpico?

Sicuramente fare un match con Fury a Roma nel nostro Olimpico sarebbe una cosa entusiasmante, però ancora non penso a nessun avversario. Non sono ancora al loro livello quindi penso solo a costruire me stesso e nient'altro. La questione Olimpico la rinviamo di un altro anno.

Parlando dei campioni del passato o presente, c'è qualcuno a cui ti ispiri?

Wladimir Klitschko: pugile pulito, con una tecnica semplice ma efficace, re della categoria per svariati anni e inoltre uomo di cultura anche laureato. Mi ispiro spesso a lui e Tyson Fury.

La boxe è uno sport difficile, in Italia oltretutto oggi ci sono davvero poche chances per i giovani pugili. Cosa consiglieresti ad un ragazzo che vuole iniziare a praticare questo sport?

Gli consiglio di scalare la montagna un passo alla volta. Bisogna porsi obiettivi raggiungibili e poco alla volta andare avanti. In Italia bisogna partire dai campionati regionali, italiani, tornei internazionali, Olimpiadi e dopo pensare al professionismo. La carriera da pro non è una soluzione se non si vince da dilettanti, deve essere un completarsi. Io sto percorrendo la mia strada in questa maniera.