Mentre il mondo dello sport è completamente fermo a causa dell'emergenza sanitaria in corso e la ripresa appare ancora molto lontana, in Francia si continua a lavorare per preparare un progetto coraggioso o forse a tratti "folle": infatti ASO non ha ancora desistito dall’intenzione di voler proporre il Tour de France nelle date previste, dal 27 giugno al 19 luglio, ed il governo francese appare al momento intenzionato ad aiutare e sostenere la società organizzatrice.

Il Ministro dello Sport Roxana Maracineanu ha parlato di un’edizione del Tour che potrebbe svolgersi a porte chiuse, un’opzione certamente non semplice da realizzare in uno sport come il Ciclismo che si svolge sulle strade.

A fare da contraltare alla volontà un po’ "folle" dei francesi è la pessimistica presa di posizione dei fiamminghi, che ritengono quasi nulle le possibilità di recuperare in questa stagione il Giro delle Fiandre.

Maracineanu: ‘Il Tour si basa sui diritti tv’

Tra gli scenari che ASO, l’organizzazione del Tour de France, starebbe ipotizzando per poter mandare in scena la corsa a "porte chiuse". Della possibilità di questo progetto ha parlato il Ministro dello Sport Roxana Maracineanu, spiegando come da un punto di vista puramente commerciale l’idea sarebbe sostenibile. “Il modello economico del Tour de France non si basa sull’emissione di biglietti ma sui diritti tv”, ha dichiarato il Ministro che ha comunque rimandato una decisione alle prossime settimane.

Secondo Maracineanu non rappresenterebbe un problema neanche la gestione a porte chiuse di un evento complesso come il Tour de France che si svolge sulle strade di tutto il paese. “Durante questo periodo di confino tutti sono molto attenti e consapevoli. Tutti capiscono che devono stare a casa, quindi guardare la televisione invece che partecipare agli eventi dal vivo.

Di conseguenza non sarebbe così difficile guardare il Tour in tv invece che in strada”, ha dichiarato il Ministro ribadendo anche che ora è troppo presto per prendere una decisione definitiva.

Destino quasi segnato per il Giro delle Fiandre

Dal Belgio arrivano invece notizie di segno completamente opposto sul destino di una delle grandi classiche del ciclismo, il Giro delle Fiandre.

La corsa si sarebbe dovuta tenere il 5 aprile, ma è stata annullata dall’emergenza sanitaria. Mentre molti organizzatori di corse e enti locali continuano ad immaginare un recupero dei rispettivi eventi nei prossimi mesi, quando la pandemia sarà passata, nelle Fiandre non c’è ottimismo neanche su questa ipotesi.

“Le possibilità sono scarse se non inesistenti” ha dichiarato Philippe Willequet, sindaco di Kluisbergen, il comune dove transita la classica nella sua parte finale con i muri del Paterberg e dell’Oude Kwaremont. Secondo Willequet sarà molto difficile recuperare la corsa a fine stagione, come era stato ipotizzato per tutte le classiche del nord annullate. “Organizzare il Giro delle Fiandre ad ottobre non è possibile, se ci sarà non potrà essere come nelle edizioni passate.

Quando si parla del Fiandre si parla di mesi di preparazione, l’organizzazione, la polizia, i segnalatori, sono tutte cose che vanno preparate alla perfezione” ha ribadito il sindaco di Kluisbergen ritenendo che “per quest’anno la corsa non ci sarà”.