L’ex campione Fabian Cancellara, uno dei ciclisti più forti ed amati del nuovo millennio, ha parlato ad Eurosport della nuova generazione di corridori che si stanno affermando nel panorama internazionale. L’arrivo di giovani fenomeni come Remco Evenepoel, Egan Bernal, Tadey Pogacar ed altri, è stato il segno distintivo della scorsa stagione di Ciclismo, ed anche nello scorcio iniziale di questo 2020, fino alla sospensione per l’emergenza sanitaria in corso, si è confermato un cambio generazionale ormai pienamente avviato. Cancellara ha riflettuto sull’impatto forte e immediato che Evenepoel e compagnia hanno avuto sul ciclismo professionistico, esprimendo però dei dubbi sulla loro conferma a lungo termine.

Cancellara: ‘Subito adattati al professionismo'

Da ex corridore e tuttora attento osservatore del mondo del ciclismo, Fabian Cancellara ha assistito ad una vera rivoluzione generazionale nei tre anni e mezzo che sono trascorsi dal momento del suo ritiro. Il due volte campione olimpico si è detto colpito non tanto dall’arrivo di questa ondata di giovani a sostituire gli ultimi big della sua epoca, un processo del tutto naturale, ma soprattutto dal modo in cui i vari Evenepoel e Bernal hanno approcciato il mondo del ciclismo professionistico.

Cancellara ha evidenziato come ora i giovani stiano arrivando subito al successo, senza una crescita graduale come avveniva qualche anno fa. “Quello che è cambiato è che ora la nuova generazione arriva molto prima.

La mia opinione è che loro si sono adattati subito al professionismo. Remco Evenepoel e Mathieu Van der Poel sono due esempi, ma ne abbiamo altri. Anche Egan Bernal è davvero giovane e molto forte” ha analizzato l’ex campione svizzero.

‘Prima si entrava passo dopo passo’

Fabian Cancellara ha sottolineato anche un aspetto negativo di questa tendenza a far maturare velocemente i giovani corridori e a buttarli presto nella mischia.

Secondo il tre volte vincitore della Roubaix il pericolo che si corre è quello di bruciare questi talenti e portarli ad una carriera breve. “Quello che non so è quanto dureranno” ha avvertito Cancellara. “Prima entravi più lentamente, passo dopo passo, poi restavi per molti anni fino a ritirarti a 35, 40 anni. Oggi invece quando entrano hanno solo vent’anni” ha aggiunto il 39enne svizzero.

Cancellara ha anche spiegato di non vedere un suo erede in gruppo, non per vanagloria, ma semplicemente perché “siamo tutti diversi. Ora abbiamo Rohan Dennis che domina le cronometro, giovani come Evenepoel e Van der Poel. Ma c’è un solo Merckx, un Tom Boonen, un Fabian Cancellara, un Bradley Wiggins e un Chris Froome. è sempre difficile sostituire i corridori perché ognuno ha il proprio status e il proprio personaggio” ha risposto l’ex corridore elvetico.