Disavventura per il ciclista spagnolo Alejandro Valverde, in forza alla Movistar. Come raccontato da lui stesso durante un'intervista rilasciata a Eurosport, durante la sua prima uscita di allenamento in Spagna è stato fermato e multato. Il ciclista si è detto dubbioso riguardo alla sanzione ricevuta.

'Dovevo necessariamente passare laddove mi hanno fermato, penso che fosse legale'

"Per seguire il mio percorso - ha raccontato Valverde - sono dovuto passare obbligatoriamente presso il luogo in cui le forze dell'ordine mi hanno fermato per il controllo.

Per questo penso che tutto fosse legale. L'agente che ha svolto il controllo mi ha riconosciuto e ha annotato le mie generalità. Non so se effettivamente la multa arriverà o meno a casa mia. Era il primo giorno, da quando si è conclusa la quarantena, che sono uscito per allenarmi. Mi hanno beccato subito". Il controllo (e l'eventuale sanzione) al quale è stato sottoposto il ciclista rientra fra quelli previsti contro il nuovo Coronavirus, che ha colpito duramente anche la Spagna.

Intanto non si placano le proteste sul nuovo calendario

Nel mondo del Ciclismo non sembrano intanto placarsi le polemiche derivanti dal nuovo calendario delle gare di ciclismo. Uno degli ultimi a criticare duramente il programma stilato dall'Uci è Paolo Bettini, oro olimpico ad Atene 2004: "Il nuovo calendario è assurdo.

La pandemia ha messo in mostra l'atteggiamento di estrema concessione che l'Uci ha nei confronti del Tour de France e di Aso. Il concetto, in particolare, è stato questo: pensiamo a piazzare il Tour e tutto il resto del mondo si dovrà adeguare. I proprietari del Tour sono gli stessi della Vuelta, che nel nuovo calendario avrà tre tappe in meno (quelle previste in Olanda, ndr) per avere più date libere.

Ma questo è un problema secondario. In questa stagione, che sicuramente è straordinaria, si sarebbe dovuto far comprendere agli sponsor che non esiste solo il Tour. Ci sono molte altre gare importanti, come il nostro Giro d'Italia, il Fiandre, la Vuelta, la Milano-Sanremo, le Strade Bianche e la Parigi-Roubaix. La logica delle scelte dell'Uci sarebbe dovuta essere quella di investire sull'intero movimento ciclismo e non solo su un'unica gara.

Tuttavia hanno dimostrato che noi non siamo una famiglia e che non si fanno gli interessi del movimento mondiale. Non si ha né la volontà né l'interesse di valorizzare il mondo del ciclismo. La logica dell'Uci è che esiste solo il Tour e tutto il resto viene dopo. Non c'è rispetto per tutto ciò che non si chiami Tour de France".