Come spesso accade alla fine del Tour de France, anche stavolta il dopo corsa del più grande evento del Ciclismo mondiale è stato segnato da diverse illazioni, sospetti, spesso solo voci senza nessun fondamento, sull’uso di prodotti dopanti da parte dei corridori più forti.

Stavolta sono stati soprattutto i giornali francesi a lanciare accuse e dubbi, prendendo come spunto il passato di alcune persone dello staff della UAE Emirates, la squadra del vincitore Tadej Pogacar. Sul tema è intervenuto anche Guillaume Martin, il corridore della Cofidis che è stato il miglior francese nella classifica finale del Tour, avendo concluso all’11° posto.

Martin: ‘Ogni anno il vincitore del Tour è sospetto’

Guillaume Martin ha parlato a Le Parisien, giornale francese che ha riservato molto spazio ai sospetti sui protagonisti del Tour. Il corridore della Cofidis ha fatto un’analisi molto onesta, qualificando come superficiali certe accuse senza nessuna prova che si ripresentano ciclicamente, ma ammettendo anche che non si può avere la certezza assoluta che tutti i corridori seguano un approccio completamente impeccabile dal punto di vista etico.

“Ogni anno il vincitore del Tour de France è sospetto”, ha dichiarato Martin. “Questo è il prezzo che paghiamo per il passato travagliato del ciclismo. Bisogna conviverci. Ma non sono ingenuo, non metto la mia mano sul fuoco per dire che tutto il gruppo è pulito.

Sui social network vedo che alcune persone dubitano anche di me, anche se so esattamente come lavoro”, ha continuato il corridore della Cofidis, che poi ha parlato più direttamente di Pogacar e dei sospetti legati al suo Team manager Mauro Gianetti, già a capo della Saunier Duval negli anni di Riccò e Piepoli.

“Se Pogacar è pulito è terribile essere accusati di questo.

Uno dei problemi del ciclismo è che molti dei suoi manager erano in gruppo negli anni bui, questo è imbarazzante per la credibilità. Ma allo stesso tempo deve esserci una seconda possibilità, abbiamo il diritto di cambiare e di non essere condannati a vita”, ha commentato Martin.

‘Tour di altissimo livello’

Guillaume Martin ha poi tirato le somme anche della sua avventura personale al Tour de France, una corsa in cui si è ben disimpegnato restando in zona podio a lungo per poi calare nell’ultima settimana e concludere all’11° posto, primo francese a Parigi.

“Sono rimasto sul podio per metà corsa, ho attaccato, sono stato protagonista in un Tour di altissimo livello”, ha commentato il corridore della Cofidis dicendosi “rigenerato dal confinamento, l’ho sentito nel corpo e nei miei valori biologici, ero più fresco ed ho fatto due campi di allenamento in altura”.

Martin ha anche lanciato un’ipotesi un po’ sorprendente sul futuro del ciclismo francese. Secondo il corridore della Cofidis c’è già in gruppo un giovane campione che potrebbe riportare la Francia a vincere il Tour, un risultato che manca dal 1985, quando a trionfare fu Bernard Hinault. Quel corridore sarebbe Pavel Sivakov, il 23enne della Ineos nato in Italia da genitori russi ma cresciuto in Francia. Martin ha dichiarato che Sivakov potrebbe cambiare la nazionalità da russa a francese e riportare la maglia gialla in patria dopo oltre trent’anni.